AGRIGENTO – La segreteria provinciale del S.I.M. carabinieri di Agrigento esprime la più vivida e partecipata vicinanza e solidarietà al personale in servizio alla tenenza carabinieri di Favara che, nella serata del 9 maggio, ha subito un’aggressione verbale e fisica da parte di un soggetto il quale, non si è limitato a scagliarsi contro il personale dei carabinieri ma, soprattutto, ed è ciò che deve far riflettere, ha minacciato di morte la famiglia di uno dei militari coinvolti nella vicenda.
Nello specifico l’esagitato gridava che avrebbe ammazzato non soltanto il militare, ma anche la moglie e i figli.
Da un po’ di tempo a questa parte, in tutto il territorio nazionale, si assiste ad un crescendo di episodi di questo tipo in cui il personale di polizia viene offeso, minacciato e aggredito anche fisicamente, e più in generale tutti coloro che svolgono un ruolo nelle principali amministrazioni che rappresentano i tre pilastri di uno Stato che si voglia definire moderno e civile, ovvero il personale di polizia, sanitario e della scuola.
Sempre più frequentemente si assiste ad aggressioni verbali e fisiche nei confronti degli operatori di polizia, degli operatori sanitari e anche del personale scolastico, mostrando come la società attuale ha completamente smarrito il rispetto delle Istituzioni, delle regole di civile convivenza, dimenticando che il carabiniere, il poliziotto, il medico o l’insegnante, nell’esercizio delle loro funzioni, rappresentano lo Stato.
Tale disamina dovrebbe far riflettere chi ha il dovere di dare delle risposte in tal senso, che possano far maturare, accrescere, consolidare, a partire dalla scuola, il rispetto dello Stato e di chi lo rappresenta, nonché, l’adozione di strumenti e misure che possano colpire in modo certo e severo chi non mostra rispetto nei confronti di chi, nell’esercizio delle proprie funzioni, quindi con il proprio lavoro, rappresenta lo Stato.
Al di là delle riflessioni in senso generale, la Segreteria Provinciale del S.I.M. carabinieri di Agrigento, nel caso specifico dell’aggressione dei colleghi della tenenza carabinieri di Favara, ritiene che non vadano assolutamente sottovalutate le minacce proferite dal soggetto in questione.
Le minacce e le aggressioni creano incertezze, insicurezze e soprattutto tolgono significato alla parola “tutela” nel momento in cui il personale di polizia è chiamato quotidianamente ad interagire con le persone.
Viene spontaneo chiedersi: “Con quale serenità di spirito, ed equilibrio si può svolgere il proprio lavoro, se sono più frequenti episodi di violenza verbale, fisica, di prevaricazione e di prepotenza nei confronti dei carabinieri? Soprattutto, se a seguito di questa vicenda non è stata mostrata alcuna solidarietà o vicinanza da chi è chiamato ad esprimerla in queste circostanze, siano esse autorità militari che civili“.
Il S.I.M. carabinieri di Agrigento, “nella consapevolezza che a Favara la tenenza carabinieri rappresenta l’unico presidio per la riaffermazione della legge, si augura che vengano adottate, in senso generale e a livello nazionale, delle misure che da un lato educhino al rispetto degli operatori dello Stato, e in particolare gli appartenenti alle forze dell’ordine, e dall’altro, che sanzionino con certezza e duramente chi non nutre questo rispetto“.
“Ai colleghi della tenenza carabinieri di Favara va la nostra gratitudine per l’impegno costante e la lotta contro ogni forma di prepotenza, prevaricazione e illegalità“, concludono.
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