Mafia: sette condanne, due assoluzioni e 22 anni al boss Falsone

Mafia: sette condanne, due assoluzioni e 22 anni al boss Falsone

AGRIGENTO – I giudici della seconda sezione penale del tribunale di Agrigento, presieduta da Wilma Angela Mazzara, hanno condannato a 22 anni di reclusione, nonostante ne fossero stati richiesti 24 dalla Dda di Palermo, il boss ergastolano al 41 bis Giuseppe Falsone di Campobello di Licata.

Falsone secondo i giudici, aveva ripreso a comandare strumentalizzando la sua legale Angela Porcello, che trasmetteva ogni suo messaggio all’esterno.

La condanna del boss Falsone

In totale sono sette le condanne, per gli affiliati della Stidda e il poliziotto Filippo Pitruzzella, che era finito sotto inchiesta per concorso esterno in associazione mafiosa, e due le assoluzioni.

Oltre al boss ergastolano Giuseppe Falsone, capo provincia di Cosa Nostra, arrestato a Marsiglia il 25 giugno del 2010, i giudici del tribunale di Agrigento hanno condannato altri sei imputati dell’inchiesta Xydi. Di seguito le condanne insieme alle relative richieste della Dda di Palermo, a confronto.

Sei condanne e due assoluzioni

29 anni (invece che 30) per Antonino Chiazza, 55enne di Canicattì, presunto boss della Stidda.
18 anni (anziché 24) per Pietro Fazio, 52enne di Canicattì, presunto affiliato della Stidda.
28 anni (al posto di 25) per Santo Gioacchino Rinallo, 65enne di Canicattì, anche lui ritenuto affiliato di spicco della Stidda.
22 anni (20 richiesti) per Antonio Gallea, 67enne di Canicattì, presunto componente della Stidda.
12 anni e 1 mese (11 chiesti) per Filippo Pitruzzella, 64enne, ispettore della polizia in pensione, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa per avere fatto da “talpa” alla coppia Porcello-Buggea.
1 anno e 6 mesi (invece di 4 anni) per Stefano Saccomando, 47enne di Palma di Montechiaro, accusato di favoreggiamento.

Assolti invece Calogero Lo Giudice, 50enne, avvocato di Canicattì, accusato di avere aiutato la collega Angela Porcello a falsificare un timbro per il deposito di un ricorso in Corte di appello e Calogero Valenti, 59enne d Canicattì, anche lui accusato di favoreggiamento. Per quest’ultimi erano stati chiesti rispettivamente 2 anni e 4 mesi, e 4 anni.