LICATA – È in programma oggi l’udienza per convalidare l’arresto di Giuseppe Volpe, il 19enne che avrebbe assassinato lo zio agricoltore, il 52enne Giacinto Marzullo, a Licata. L’uomo è stato trovato morto in contrada Mollica Faia, venerdì scorso, con 14 pallottole al petto.
A confessare dell’omicidio, comunque, sarebbe stato proprio Volpe, che avrebbe fatto trovare la pistola calibro 9×21, la presumibile arma del delitto, in un canalone di acqua reflua a una trentina di metri dal luogo in cui lo zio è stato freddato. Volpe aveva ottenuto l’autorizzazione per tenere la pistola in casa per utilizzo a “fini sportivi”.
Il giovane ha raccontato tutto alla polizia e al pm Carlo Cinque: lui e la madre, Domenica Marzullo, sorella di Giacinto, sarebbero andati nell’appezzamento di terra dello zio e fratello per un chiarimento dopo delle divergenze familiari. Come riporta La Sicilia, però, sarebbero state queste le parole che Volpe avrebbe detto alle forze dell’ordine, ammettendo di aver premuto il grilletto. Testualmente, avrebbe dichiarato di essere andato lì “per chiarire, avevo la pistola appresso. Poi quando mio zio mi ha messo le mani addosso ho preso la Beretta e ho sparato”.