LAMPEDUSA – Non si sono ancora spente le grida di disperazione per la tragica scomparsa del bambino di soli 6 mesi avvenuta a 30 miglia al nord delle coste di Sabrata, in Libia.
Una tragedia raccontata in questi giorni dai volontari di Open Arms che hanno soccorso i migranti che si trovavano a bordo dell’imbarcazione affondata in mezzo al mare. Nelle scorse ore il dolore per la morte del piccolo ha avvolto anche le strade di Lampedusa, primo approdo per chi cerca di sfuggire da morte certa attraversando il Mediterraneo.
“In questi anni, quando a essere sepolti nel cimitero dell’isola sono stati corpi – spesso senza nome – di uomini e donne morti nel tentativo di raggiungere l’Europa via mare, un gruppo di lampedusani (e forestieri) ha sempre organizzato una piccola cerimonia, laica“, si legge sulla pagina Facebook di Forum Lampedusa Solidale, comunità che si occupa del rispetto dei diritti di chi arriva lungo le nostre coste.
“Chiunque partecipi (cattolico, protestante, musulmano o ateo che sia) ha le proprie motivazioni individuali, religiose, etiche, personali. Ciò che ci accomuna è la consapevolezza del valore politico di questo rito. Noi siamo lì in sostituzione dei parenti e degli amici di chi è morto, siamo lì al posto di chi ha titolo a chiedere giustizia per una (l’ennesima) morte assurda“.
“Siamo lì al posto di tutte le persone che sarebbero con noi se potessero. Siamo lì per denunciare la disumanità di leggi e politiche che condannano a morte esseri umani. Siamo lì, con i nostri corpi per compiere un atto di resistenza civile. Siamo lì. Oggi eravamo lì. Lui aveva solo 6 mesi“, conclude Forum Lampedusa Solidale.
Fonte foto: Facebook – Forum Lampedusa Solidale