LICATA – Allarme igienico-sanitario al canile municipale di contrada Pezza, a Licata. La struttura, chiusa dallo scorso 1 dicembre, resta con i sigilli non soltanto per problemi di natura economica, ma anche per il mancato svuotamento della fossa biologica.
L’associazione che gestisce il canile – nella persona di Angelo Rinascente – non è, infatti, nelle condizioni di affrontare le spese per lo spurgo che prima veniva pagato dal Comune. Non ci sono riferimenti certi, non ci sono dirigenti con cui l’associazione può confrontarsi e, in queste condizioni, sicuramente il canile non può essere riaperto.
Da tempo i componenti dell’associazione chiedono un piccolo intervento per la realizzazione di una condotta idrica che, se fosse stata realizzata prima, molto probabilmente, non avrebbe condotto la struttura allo stato di degrado e chiusura attuale.
Intanto in città è sempre più diffusa l’emergenza randagismo. I tanti cani che si trovano in strada dopo la chiusura del canile sono sempre più spesso presi di mira da persone ignote che li avvelenano volontariamente con esche e bocconi contaminati, pensando forse di risolvere il problema con la morte di questi poveri animali.
L’ultimo caso, in ordine di tempo, risale a pochi giorni fa quando in una delle strade più centrali di Licata, via Principe di Napoli, un cane è stato trovato morto vicino alla spazzatura, con bava alla bocca, tipico sintomo di un avvelenamento.
Foto di repertorio