LAMPEDUSA – Continuano gli sbarchi a Lampedusa. Soccorse dalla Guardia di Finanza, due imbarcazioni sulle quali viaggiavano 110 migranti.
Le imbarcazioni
Sul natante in vetroresina di 12 metri, partito da Zawiyah in Libia, c’erano 66 migranti tra bengalesi, egiziani e siriani, che hanno riferito di aver pagato da 3.500 a 5.500 euro per la traversata.
Sul barchino di metallo di 8 metri, salpato da Sfax in Tunisia, erano in 44, ad aver pagato invece 500 euro a testa, tra i quali anche 4 minori e 16 donne, di cui due in stato avanzato di gravidanza, che appena sbarcate a molo Favarolo sono state portate al poliambulatorio.
La nota dell’Ong
Il veliero Astral dell’Ong Open Arms ha soccorso questa mattina 55 persone nella zona Sar italiana, a largo di Lampedusa.
I naufraghi, tra cui 5 bambini e un neonato di 1 mese, viaggiavano su una barca di metallo divisa in due parti, tenute insieme da lacci, corde e vecchi stracci, legati tra loro. Erano partiti 3 giorni fa da Sfax, in Tunisia.
La nota dell’Ong
Quanto segue è stato scritto in una nota dell’Ong.
“All’arrivo del veliero Astral sul luogo, l’imbarcazione era in pessime condizioni e circa 20 persone erano già in acqua. I soccorritori di Open Arms, in costante contatto con le autorità di Italia, Malta e Tunisia, hanno lanciato in prossimità dell’imbarcazione un gommone e una zattera di salvataggio, assicurando le altre persone, ancora sull’imbarcazione, con dei gilet di salvataggio. Tra le 55 persone soccorse, provenienti da Burkina Faso, Camerun, Senegal e Chad, ci sono 16 donne e 6 bambini di cui alcuni molto piccoli. Open Arms ha ospitato i naufraghi sul proprio veliero Astral in attesa della Guardia Costiera Italiana“.
“Quello di questa mattina – sottolinea la nota – è il terzo soccorso che Astral, nel corso della sua missione 111, ha operato nelle ultime 24 ore. Infatti, dopo il soccorso di 12 uomini nella giornata di ieri, questa notte, intorno alle ore 3 a.m., è stata rinvenuta un’altra imbarcazione, anche questa di metallo a Sud Ovest di Lampedusa“.
“Le immagini del salvataggio di oggi ci mostrano come questa sia, anche questa volta, una tragedia annunciata e fortunatamente scampata. La situazione del Mediterraneo Centrale è molto critica, lo dimostrano i tanti contatti con imbarcazioni in difficoltà – commenta Valentina Brinis di advocacy officer di Open Arms – che stiamo avendo in queste ore”.
“Questo dice quanto le attività di ricerca e soccorso messe in atto dalle Organizzazioni Non Governative siano fondamentali e debbano dunque essere accolte e supportate, e non ostacolate o rallentate dallo Stato italiano e dall’Europa. In Italia e in Europa continuiamo a fare accordi con Stati come Libia e Tunisia che risultano totalmente inaffidabili e vanno solo ad aggravare le condizioni di partenza: non fermando assolutamente i traffici e portando chi è costretto a partire a ideare soluzioni drastiche e drammatiche, come il barchino di ferro che abbiamo soccorso questa mattina“, si conclude.