LAMPEDUSA – Durante la notte al largo di Lampedusa, la Guardia di Finanza e la Capitaneria in assetto Frontex hanno soccorso un barchino di 7 metri con 45 migranti a bordo, tra cui 7 donne.
Tuttavia, durante l’operazione di soccorso, è stato anche trovato un cadavere a bordo del barchino.
La polizia sta attualmente interrogando i compagni di viaggio dell’uomo deceduto, provenienti da Costa d’Avorio, Guinea Conakry, Senegal e Nigeria, per cercare di ricostruire le circostanze del tragico evento su quel natante proveniente da Sfax in Tunisia.
Inoltre, durante la stessa notte, è stato anche soccorso un altro barchino alla deriva con 37 migranti a bordo, inclusi 5 donne e 1 minore, provenienti da Burkina Faso, Costa d’Avorio, Gambia, Guinea, Mali e Sierra Leone.
Complessivamente, 82 migranti sono stati portati all’hotspot di contrada Imbriacola, mentre il cadavere è stato trasferito nella camera mortuaria del cimitero di Cala Pisana.
Nella giornata di ieri, sull’isola di Lampedusa sono arrivate 848 persone su 17 imbarcazioni, mentre il giorno precedente, dopo 20 sbarchi, erano state 958.
Lampedusa in balìa degli sbarchi, poliziotti allo stremo
La SIAP sta valutando l’unica opzione disponibile, ovvero quella di presentare un esposto al Procuratore della Repubblica riguardo alle condizioni di lavoro dei poliziotti a Lampedusa, che violano la legge sulla sicurezza dei lavoratori, e per la quale la polizia non ha preso alcuna misura.
Le parole del segretario generale provinciale SIAP Tommaso Vendemmia
“Da anni si assiste a uno spettacolo incivile e disumano con cui le autorità accolgono i naufraghi a Lampedusa. Non si tratta solo di stranieri che giungono comodamente a bordo di navi ONG, ma di reali naufraghi raccolti in mare e trasportati dalle nostre unità navali o da barchini che giungono sottocosta.
Uomini, donne e bambini che, dopo la traversata, vengono rinchiusi nel centro di prima accoglienza (CPA) di Lampedusa. La frequenza degli arrivi non consente immediati trasferimenti e pertanto il centro, che può ospitare 350 persone, viene affollato con oltre 2mila migranti che difficilmente scendono di numero.
La situazione espone tutti a pericoli biologici e chimici, come il sistema fognario che si riversa all’esterno o la spazzatura che non viene rimossa, ma può anche degenerare in risse per la fila della mensa, esponendo a pericolo tutti, specialmente i 20 poliziotti costretti a lavorare per 12 ore di fila senza potersi ovviamente rifiutare“.
“Ma non sono lavoratori anche i poliziotti? – continua Vendemmia nel comunicato -. Non hanno il diritto di riposare e lavorare senza esposizione al pericolo, soprattutto se prevedibile? Eppure i dicasteri responsabili avrebbero potuto fare tante cose, ma invece tutto viene lasciato a carico di volontari e poliziotti, mentre il centro non si organizza, non si attrezza e non si adatta ai flussi. Tra i paradossi italiani c’è quello dell’invio del personale di polizia a Lampedusa che deve recarsi a Palermo dall’aeroporto Falcone e Borsellino, impiegando mediamente circa 12 ore per la “traversata”, mentre i milanesi arrivano prima“.
“Abbiamo già chiesto al Dipartimento – conclude il segretario SIAP – di inviare più squadre e reparti sul territorio nazionale, poiché i tempi di trasferimento da Catania sono insostenibili, ma sembra che il problema sia e resti siciliano, anche a discapito della sicurezza dei cittadini. Nel frattempo, in città si attendono 200 immigrati da collocare a San Giuseppe la Rena e la Questura è costretta a tagliare le volanti per l’accoglienza e la vigilanza degli ‘ospiti’, incidendo negativamente sull’apparato di sicurezza di Catania, mentre l’estate si avvicina“.