La relazione della Dia “mette i brividi”. Le mafie sfruttano l’emergenza e la disperazione: “Rischio massimo”

La relazione della Dia “mette i brividi”. Le mafie sfruttano l’emergenza e la disperazione: “Rischio massimo”

PALERMO – Allarmi e preoccupazioni, la mafia e lo sfruttamento dell’emergenza sanitaria tutt’ora in corso. Una malattia che la criminalità organizzata potrebbe trasformare in vero e proprio oro per le sue casse sporche. Ipotesi avanzate fin dall’inizio del lockdown, ma che adesso trovano conferma direttamente dalla Dia (Direzione investigativa antimafia), che ha lanciato l’allarme all’interno della relazione semestrale inviata al Parlamento.

In particolare, si legge, “La paralisi economica causata dal ‘mostro invisibile’  può aprire alle mafie prospettive di arricchimento ed espansione paragonabili a ritmi di crescita che può offrire solo un contesto post-bellico“. Secondo gli analisti, infatti, le mafie potrebbero giocare in maniera ancora più subdola sulle difficoltà della gente, promuovendosi come “player affidabili ed efficaci” a livello globale, e “allungando” le mani anche su aziende di medie e grandi dimensioni in crisi di liquidità.

D’altronde lo shock sanitario ed economico di quest’anno, dicono dalla Dia, ha avuto un impatto diretto su un sistema economico già in difficoltà. In una situazione del genere, come si è già visto dalle numerose lamentele, gli aiuti dello Stato potrebbero non bastare e le azioni di contenimento dello stesso potrebbero essere compromesse dalle “ghiotte occasioni” offerte dalle mafie.

Le organizzazioni, infatti, sfruttando la loro “doppia faccia” si propongono come un “valido e utile mezzo di sostentamento e punto di riferimento sociale” da un lato; dall’altro sfruttano quelle fasce di popolazione esasperate e che cominciano “a percepire lo stato di povertà a cui stanno andando incontro“.

Secondo gli investigatori si prospettano due scenari: uno di breve periodo, in cui le organizzazioni punteranno “a consolidare il proprio consenso sociale attraverso forme di assistenzialismo, anche con l’elargizione di prestiti di denaro, da capitalizzare” alle prime elezioni possibili; uno di medio-lungo periodo, in cui le mafie, e la ‘Ndrangheta in particolare, “vorranno ancora più stressare il loro ruolo di player affidabili ed efficaci anche su scala globale“. Il fatto che un gran numero di aziende in difficoltà potrebbe usufruire di prestiti in denaro dalle organizzazioni mafiose, “potrebbe favorire l’infiltrazione delle mafie negli apparati amministrativi“.

Secondo quanto individuato dalla Dia, i settori più a rischio sarebbero, ovviamente, quelli che sono stati più colpiti dal lockdown e dall’emergenza: dal sanitario a quello della ristorazione, dal turismo ai servizi connessi alla persona. Nello sfondo i metodi di riciclo “classici” (oltre che redditizi), come quello dello sfruttamento del gioco d’azzardo, forse la più grande e sicura “lavatrice di denaro” per le mafie.

Immagine di repertorio