Immigrazione: Ghermay responsabile strage Lampedusa. Organizza viaggi dalla Libia

SICILIA – Ha un volto e un nome, Ermias Ghermay, lo spietato etiope che da oltre un anno tesse le fila del fenomeno dell’immigrazione e si arricchisce alle spalle delle centinaia di disperati che ogni giorno partono dalle coste libiche per raggiungere quelle siciliane. 

A dichiararlo è la polizia italiana tramite le parole del magistrato Geri Ferrara, membro della Dia di Palermo e componente del pool antiscafisti.

Sarebbero Tripoli e Zuwarah le basi da cui l’uomo a capo di una radicata organizzazione criminale e sempre supportato da un “braccio destro”, per anni ha gestito la macchina “dell’orrore” ben collaudata che ha causato orribili tragedie come quella del 3 ottobre i Lampedusa, quando 366 persone persero la loro vita affogando in mare.

A testimonianza di ciò sarebbe un’intercettazione dei suoi sottoposti a Kahrtoum, in Sudan, della perdita del barcone come di “un problema minore nel loro traffico di esseri umani”. 

Oggi sembrano solo numeri, ma quelle erano famiglie, fidanzati, genitori e figli.

Ritenuto tra i “most wanted dei trafficanti di esseri umani, Ghermay torna, quindi, nel mirino delle forze dell’ordine dopo che, nell’aprile scorso, l’inchiesta della direzione distrettuale antimafia di Palermo, aveva portato la Procura della Repubblica a fermare insieme con lui anche uomini eritrei, etiopi, ivoriani, guineani e ghanesi. La “banda” era ritenuta responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere, favoreggiamento dell’immigrazione con l’aggraventa del “carattere transnazionale del sodalizio malavitoso”

Il gruppo criminale si sarebbe abbondantemente arricchito tramite l’immigrazione illegale di diversi connazionali.

L’uomo etiope pericoloso come i padrini di Cosa Nostra, ha impegnato la polizia italiana in un minuzioso lavoro di intercettazioni riguardo alle telefonate tra il capo e i suoi luogotenenti.

E intanto per domani è previsto l’arrivo al molo Puntone del porto di Palermo della Siem Pilot, con a bordo 785 migranti soccorsi davanti alle coste libiche.

Sono 625 uomini, 133 donne e 27 minori, di nazionalità eritrea, sudanese, siriana, etiope e bengalese.

Saranno accolti dalla task force organizzata dalla prefettura e che vede coinvolti i sanitari dell’Asp di Palermo, della Croce Rossa, volontari della Caritas e forze dell’ordine. I migranti saranno accolti nei centri autorizzati dalla prefettura e poi trasferiti nei centri di prima accoglienza sul territorio nazionale