CATANIA – Sono passate poco meno di due settimane dalla denuncia della Guardia di Finanza che ha ipotizzato nei confronti di 937 medici di famiglia catanesi un danno erariale di 21.151.991,97 euro per la prescrizione di 188.024 confezioni – rimborsate dal Servizio sanitario nazionale – senza l’esecuzione di specifici esami diagnostici.
Una circostanza che ha provocato l’immediata reazione dei medici etnei che, adesso, passano prontamente al contrattacco per spiegare le proprie ragioni e l’operato dell’intera categoria posta sotto accusa. A tal proposito, domenica prossima, 19 aprile, alle ore 9,30 all’Hotel Nettuno di Catania si terrà un’importante assemblea organizzata dall’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Catania.
Ad intervenire sulla vicenda osteoporosi che vede coinvolti questi 937 medici della provincia di Catania, accusati di inappropriatezza prescrittiva per i farmaci in nota 79 è il presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Catania, Massimo Buscema, che ha chiamato a raccolta non solo il mondo della sanità ma anche la politica.
All’incontro, infatti, sono stati invitati, ed hanno già confermato la loro presenza, il presidente della Commissione Sanità dell’Assemblea Regionale Siciliana On. Pippo Digiacomo, tutta la deputazione nazionale e regionale ed euro-parlamentari siciliani.
“Chiederemo alla politica una presa di posizione – afferma il presidente Buscema – su una vicenda che umilia e offende la dignità e la professionalità di mille colleghi, infangati da accuse prive di riscontri scientifici e di dati statistici obiettivi. Proporremo soluzioni e pretenderemo impegni precisi per il futuro per evitare che vicende simili possano ripetersi mettendo a repentaglio l’assistenza sanitaria nel nostro territorio. Partecipare è importante non solo per i medici di famiglia ma per tutti i colleghi che vogliano ridare dignità e decoro ad una professione come la nostra attaccata e vessata da norme di risparmio decise da chi di sanità ha solo idee confuse e distorte”.
Parole dure che preannunciano un dibattito che, oltre ad essere costruttivo, si presenta certamente infuocato.