LAMPEDUSA – Sette i fermi dopo l’ennesimo incendio ai danni del centro di accoglienza dell’isola.
Le fiamme hanno avvolto il padiglione 1 dell’hotspot nella notte tra lunedì e martedì e la natura dell’incendio è chiaramente dolosa.
Non sono ancora chiare le cause della “protesta” e mentre si cerca di far luce sulla questione vengono fuori le prime responsabilità.
La Squadra mobile di Agrigento, diretta da Giovanni Minardi, ha già eseguito, infatti, i provvedimenti di fermo a carico di sette giovani tunisini, tra i 18 e i 28 anni, accusati a vario titolo per incendio, strage, violenza e resistenza a pubblico ufficiale.
Secondo una primissima ricostruzione i soggetti fermati avrebbero cominciato, intorno alle 23 di lunedì, a mostrare un certa ostilità nei confronti di gli altri migranti sub-sahariani ospiti del centro, per poi passare alle minacce con bottiglie di vetro in frantumi ed armi improprie.
La situazione sarebbe degenerata negli istanti successivi, quelli in cui, probabilmente, il centro d’accoglienza è stato dato alle fiamme.
I soggetti, inoltre, avrebbero reagito con violenza agli operatori delle forze dell’ordine intenti a ripristinare l’ordine.
I fermati sono stati trasferiti a Porto Empedocle, dove sono stati sottoposti a fermo di polizia giudiziaria e successivamente condotti nel carcere di Agrigento.
Si è trattato del terzo episodio di incendio di natura dolosa ai danni del centro d’accoglienza di Lampedusa.