Gli “tolgono” la figlia e l’affidano ai nonni, lui non si rassegna e la perseguita: 40enne a processo

Gli “tolgono” la figlia e l’affidano ai nonni, lui non si rassegna e la perseguita: 40enne a processo

Ieri mattina si è aperto il processo davanti al giudice monocratico del Tribunale di Agrigento, Manfredi Coffari, nei confronti di un uomo di 40 anni residente ad Agrigento, accusato di stalking aggravato nei confronti della figlia.

L’uomo è stato denunciato dai nonni della ragazzina, che avevano ottenuto l’affidamento della nipote, dopo che il 40enne non ha accettato la decisione del giudice di togliergli la custodia della figlia.

Secondo l’accusa, sostenuta in aula dal sostituto procuratore Gloria Andreoli, l’uomo avrebbe perseguitato la figlia tramite messaggi su WhatsApp e la avrebbe seguita fino al centro commerciale di Villaseta.

Inoltre, in diverse chat, l’uomo avrebbe anche inviato messaggi minacciosi ai nonni della ragazzina.

Il processo è iniziato con la prima udienza, durante la quale il giudice ha ammesso i mezzi di prova presentati dalle parti.

L’udienza successiva è prevista per il 13 marzo, quando verranno sentiti i primi testimoni. L’imputato è difeso dall’avvocato Antonio Provenzani, mentre la parte civile è rappresentata dagli avvocati Graziella Vella e Teresa Alba Raguccia.

La vicenda risale agli inizi del 2020 e rappresenta un grave caso di stalking aggravato. Il comportamento del 40enne ha causato un notevole stress emotivo alla figlia e ai nonni che avevano ottenuto l’affidamento della nipote.

È importante che la giustizia faccia il suo corso per garantire la protezione della ragazzina e della sua famiglia.

Catania, molestie e minacce di morte contro l’ex moglie

La Procura Distrettuale della Repubblica ha ottenuto la misura cautelare degli arresti domiciliari con applicazione del braccialetto elettronico nei confronti di un uomo di 45 anni di origini tunisine, accusato di maltrattamenti in famiglia e violazione di domicilio. Succede a Catania, nel quartiere di Librino.

Le indagini coordinate da un pool di magistrati specializzati in reati che riguardano la violenza di genere, hanno rivelato condotte abusive, vessatorie e violente commesse dall’uomo nei confronti della moglie dal 2005 al 2013 durante il matrimonio e dal 2013 dopo la separazione. Tali condotte includono vessazioni psicologiche, molestie, violenze fisiche, umiliazioni pubbliche e gravi minacce di morte.

Durante il matrimonio, la donna avrebbe subito aggressioni verbali e fisiche da parte del marito, spesso in presenza dei loro figli minori. L’uomo avrebbe costretto la moglie ad abbandonare la casa coniugale, privandola dell’utilizzo dei social network e delle uscite con amici, e limitando i suoi spostamenti.

In seguito alla separazione, l’uomo avrebbe continuato a molestarla e minacciarla di morte, cercando di introdursi con la forza nella sua abitazione e in altri luoghi frequentati dalla donna.

La situazione sarebbe degenerata quando l’uomo avrebbe appostato la donna in tutti i suoi luoghi abituali e avrebbe affermato di aver ingaggiato delle persone per seguirla, nonché di aver acquistato un’arma. La donna sarebbe stata effettivamente minacciata dall’ex marito, che avrebbe puntato verso di lei una pistola minacciando di usarla.

L’uomo avrebbe poi compiuto una serie di gravi episodi contro la donna, tra cui il disordine nella casa della madre della vittima, l’incidente stradale in cui avrebbe spinto la donna contro l’auto, la minaccia di tagliarle la gola, l’inseguimento e le minacce di morte rivolte alla donna e la violenza fisica all’interno della sua abitazione, in cui avrebbe lanciato oggetti contro di lei.

Foto di repertorio