Giovani e lavoro: l’Anief denuncia l’eccessiva presenza di Neet al meridione

Giovani e lavoro: l’Anief denuncia l’eccessiva presenza di Neet al meridione

SICILIA – “L’Italia è diventata la più grande fabbrica’europea di Neet, giovani fino a 24 anni privi di un’occupazione e che non seguono un percorso di formazione o educazione. È soprattutto nel Meridione che la situazione ha assunto toni drammatici: il tasso di disoccupazione è altissimo, la produzione industriale è modesta e i servizi socio-culturali latitano.

È la Sardegna a detenere il record nazionale di giovani che lasciano la scuola in età di obbligo formativo, prima dei 16 anni, con punte del 40%; ci sono delle province, come Palermo e Caltanissetta, dove il tasso di abbandono scolastico è oltre il doppio della media nazionale e quattro volte maggiore rispetto al 10%, indicato dall’UE. Il dato è confermato quando si va a verificare il tasso di conseguimento del diploma di scuola media superiore: al Centro-Nord è pari al 59%, al Sud si ferma al 48,7%. Sempre al Meridione, i Neet rappresentano il 32%. Mentre al Nord sono meno della meta’”

Ad affermarlo è stata, in una nota, l’associazione sindacale professionale “Anief” grazie ad una accurata indagine svolta da Alessandro Rosina, demografo e sociologo dell’università di Milano, circa il fenomeno dell’inoperosità di molti giovani italiani sia a livello di studio che di lavoro.

“La quantità di giovani lasciati in inoperosa attesa era già elevata prima della crisi si legge nel volume Neet ma è diventata una montagna sempre più elevata e siamo una delle vette più alte d’Europa.”

L’Italia, infatti, si trova tra le nazioni europee con il più alto tasso di “inoperosità tra i giovani” e, soprattutto nel Mezzogiorno, la situazione non sembra migliorare con delle percentuali che aumentano sempre di più.

“Si muovono indistintamente in questo labirinto – si legge sempre nel manuale Neet –  il 26% dei giovani italiani fra i quindici e i trent’anni. La media europea è del 17%, ben nove punti più bassa. Ma ci sono Paesi come la Germania e l’Austria dove i ragazzi in questa condizione non superano il 10%.”