Il nuovo decreto emanato dal Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, relativo alla cosiddetta “Fase 2” dell’emergenza Coronavirus, ovvero la fase “della convivenza con il virus“, ha lasciato, per dire la verità, gli italiani più confusi che persuasi. Opinioni discordanti si sono susseguite sia prima che dopo la conferenza ormai tanto attesa da tutta la popolazione, tra gente che “ha capito” A e altri che “hanno capito” B; come se un decreto sia un testo di letteratura da interpretare.
“Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie” scriveva Giuseppe Ungaretti, riferendosi ai soldati in trincea, che appesi a un filo, incerti di vivere (o meglio sopravvivere) o morire, come le foglie degli alberi d’autunno, potevano cadere da un momento all’altro. Ovviamente la situazione attuale non è minimamente come quella di allora, ma l’incertezza che si respira per il futuro, soprattutto economico, ricorda un po’ quei tempi. Ma come nell’ambito economico, questa incertezza riguarda anche l’ambito universitario.
La situazione esami universitari, forse messa anche un po’ da parte per lasciare spazio all’esame di maturità, non è parsa chiara sin dal primo decreto. “Esami e lezioni in modalità telematica“, una frase che potrebbe suonare come un modo superficiale e blando per “liquidare” gli studenti universitari e i professori, dato che l’università è molto di più di lezioni ed esami. Con il nuovo Dpcm però, la situazione non sembra essere cambiata più di tanto. Forse un po’ più di flessibilità per quanto riguarda la scelta di svolgere gli esami vis-à-vis o in via telematica, ma fino a ora, niente di ufficiale.
Intanto, la sessione estiva si avvicina e gli studenti viaggiano nell’incertezza più totale, tra ansie e paure non solo di affrontare un esame, ma anche di doverlo svolgere, con ogni probabilità, in una modalità del tutto nuova. Tutti fattori che, con la possibilità sempre più vicina degli esami in via telematica, portano gli studenti ad avere “Più in ansia nella misura in cui il contatto visivo, reale, con il professore viene meno, privandoti di quella ‘connessione’ che la realtà ti permette di instaurare con il docente. Il rischio costante è poi quello, presentatosi già durante le lezioni, che la rete Internet giochi brutti scherzi, mettendo a repentaglio la buona riuscita dell’esame“, dice Elena, mettendo in risalto due problemi: il contatto visivo con il docente e i rischi della rete, già emersi durante le semplici lezioni.
Su questa linea anche il pensiero di Laura, che in vista della sessione estiva di esami si dice “Preoccupata per lo svolgimento degli esami online. Uno dei motivi è una scarsa qualità di conversazione e interazione tra me e il professore, anche a causa di una possibile interferenza di rete, che può portare a possibili fraintendimenti, parti di frasi mancanti o non ben recepite. Mi infastidisce la possibilità da parte del professore di dubitare magari del mio vero sapere pensando di aiutarmi con strategie varie. Il fatto di trovarsi a casa propria potrebbe da un lato essere d’aiuto per smorzare l’ansia e sentirsi più comodi nell’ambiente, però stare davanti a un computer con telecamere mi inquieta un po’“.
Il fattore “casa” è forse quello che crea più divergenze tra i pensieri dei vari studenti. Giuliana in tal senso, pensa che nel suo caso “L’ansia è diminuita, dato che si combatte con la sicurezza e la serenità in se stessi. Stando a casa mi sento a mio agio. L’ansia prima dell’esame rimane sempre, però sapere che sei a casa tua è davvero confortante. È svantaggioso nel momento in cui perdi la vera essenza dell’esame, perché è bellissimo uscire dall’aula e dire ‘ce l’ho fatta’ o ‘ci ho provato’, buttando un gran sospiro. A casa questa sensazione va via subito dopo, perché non ci fai caso“.
Insomma, per la maggior parte degli studenti l’esame telematico inquieta e mette ancora più paura e ansia di quanto già non metta di suo. Per altri, anche se in minor parte, il problema non è l’ansia o la paura, quanto la perdita dell’essenza in se della prova, un fattore che, comunque, non deve assolutamente essere lasciato da parte, dall’università alla Maturità.
In un modo o nell’altro, ansie e paure, per quanto i motivi possano essere diversi, rimangono. L’incertezza non aiuta, ma gli studenti comunque saranno pronti ad affrontare un’altra sfida, sfruttando la sfacciataggine della gioventù e affrontando ogni problema a testa alta, nonostante le novità, le paure e quanto ne consegue.
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