Tenacia, voglia di raggiungere gli obiettivi e, soprattutto, grande coraggio. Questa è la storia di Ralia Lufuma, 22enne originaria del Congo costretta ad abbandonare il suo paese 12 anni fa perché era in corso una guerra civile, ad attraversare il deserto a piedi per poi sbarcare a Lampedusa in cerca di fortuna con la sua famiglia. Tra l’altro, è stata anche salvata in mare.
Segnata dal dolore della perdita del nonno e di 6 dei suoi zii durante il conflitto sanguinoso, Ralia, che all’epoca aveva soltanto 9 anni, ha toccato con mano la tristezza e la povertà ma non ha smesso mai di credere in se stessa e ai suoi sogni.
Ad un tratto la felicità
Finalmente, dopo tanti sacrifici, è il momento di sorridere alla vita: ecco che arriva la felicità anche per Ralia, una sorta di riscatto dopo tutto quello che ha dovuto subire in passato.
Proprio giovedì scorso, infatti, si è laureata in Comunicazione Interculturale all’Università di Torino discutendo una tesi sul razzismo. Un momento emozionante che si inserisce come il giusto “premio” in una parentesi affatto perfetta.
“Non sempre si nasce nel posto giusto al momento giusto”
All’Ansa, la giovane studentessa ha raccontato: “Le varie esperienze che ho passato mi hanno messo nella condizione di compiere delle scelte e prendere delle decisioni. Se non avessi vissuto queste esperienze, se non mi fossi dovuta preoccupare di andare a scuola, probabilmente oggi avrei dato per scontato molte cose, come l’istruzione appunto”.
“Il fatto di aver saltato anni di scuola, invece, mi hanno messo nella condizione di credere che non sempre si nasce nel posto giusto al momento giusto. Questo mi ha fatto apprezzare ancor di più la vita, mi fa apprezzare quello che ho adesso e quello che avrò in futuro“, conclude.
Un “viaggio”, quindi, quello di Ralia, complesso e difficile che si è concluso, fortunatamente, nel miglior dei modi. Segno che, nella vita, la speranza è davvero l’ultima a morire.
Fonte immagine Corriere Torino