Dalla Sicilia a Budapest arriva una sacca con sangue cordonale: aiuterà un bimbo di 2 anni con la leucemia

Dalla Sicilia a Budapest arriva una sacca con sangue cordonale: aiuterà un bimbo di 2 anni con la leucemia

SCIACCA – Stamattina dalla Banca del sangue cordonale di Sciacca (AG) è partita la sacca con il cordone ombelicale donato da una mamma siciliana alla clinica Candela di Palermo e conservato nella struttura che fa capo all’Asp di Agrigento.

La destinazione è Budapest – precisamente l’ospedale Albert Florian – e ne beneficerà un bambino di 2 anni che lotta contro una grave forma di leucemia.

Il sangue cordonale è utile, infatti, perché contiene preziose cellule staminali che sono idonee a curare gravi patologie del sangue. Un’ottima alternativa al trapianto del midollo osseo, operazione delicata e per la quale, spesso, non si trovano donatori compatibili.

Dopo un complesso iter di accreditamento, protrattosi alcuni anni, la Banca del presidio ospedaliero Giovanni Paolo II, diretta dal dottor Filippo Buscemi, ha infatti ottenuto il parere di conformità da parte del Centro nazionale sangue e trapianti del Ministero della Salute. Il riconoscimento ha il sapore della conquista perché giunge al termine di lunghi sforzi per assicurare la piena rispondenza agli standard nazionali ed internazionali della struttura saccense e dei protocolli operativi in atto.

La certificazione di qualità delle sacche ematiche conservate a Sciacca, oltre ad assicurare l’efficienza dei sistemi di conservazione negli anni, consente l’esposizione delle singole unità nel registro “Italian Bone Marrow Donor Registry” (IBMDR) attraverso il quale le strutture sanitarie di tutto il mondo potranno rintracciare la compatibilità con i propri pazienti e farne richiesta. Così come è avvenuto col bambino di 2 anni in questione.

La Banca cordonale ombelicale di Sciacca, così come tutte banche cordonali in Italia, conserva le cellule staminali già commissionate verso il sistema ematopoietico e destinate alla rigenerazione dei globuli bianchi, rossi, e delle piastrine. Si tratta di un formidabile strumento che, non a caso, viene spesso indicato in gergo medico “tecnica rescue” in quanto si presenta come un vero e proprio meccanismo di salvataggio attraverso cui ripopolare, in una ventina di giorni, il midollo osseo.

Immagine di repertorio