Continuano le indagini sulla morte dei 29 migranti nel canale di Sicilia

Continuano le indagini sulla morte dei 29 migranti nel canale di Sicilia

LAMPEDUSA – Hanno trascorso la notte nel centro d’accoglienza di Lampedusa, in contrada Imbriacola, gli immigrati subsahariani sopravvissuti all’ennesima tragedia del mare nel Canale di Sicilia, costata la vita a 29 profughi.

Le indagini degli inquirenti, hanno verificato che dei 75 superstiti, 37 provengono dalla Costa d’Avorio, 18 dal Mali, 8 dalla Guinea, 7 dal Senegal, 3 dal Gambia e 2 dal Niger, tra questi anche tre minori non accompagnati.

Lo stato comatoso di uno dei sopravvissuti, ha reso necessario l’intervento dell’elisoccorso, che ha trasportato la vittima verso l’ospedale di Palermo. Gli altri sono stati, invece, trasferiti nel centro d’accoglienza.

È previsto, per oggi, l’arrivo a Lampedusa di una squadra della Polizia Scientifica, oltre a quello di diverse personalità politiche, che avrà il compito di avviare il processo di identificazione dei 29 profughi morti.

Si tratta di giovani tra i 18 e i 25 anni, secondo una prima ispezione. Alle vittime gli agenti della scientifica preleveranno il DNA e scatteranno delle fotografie per poterle poi identificare. Subito dopo le salme verranno sistemate nelle bare e portate via con la nave a Porto Empedocle, per poi essere tumulate.

Diverse, come detto, le personalità che sono intervenute a Lampedusa, le quali si sono trovate tutte di comune accordo, nell’ammettere come, una tragedia del genere, sia inammissibile.

Il direttore sanitario dell’isola, Pietro Bartolo, ha puntato il dito contro il sistema di soccorso adottato con l’introduzione del dispositivo “Triton” al posto dell’operazione “Mare nostrum”.

Per il medico, infatti, i migranti vengono soccorsi troppo al largo dalla terraferma, senza la possibilità di riparo a bordo delle navi e, in casi di mare grosso e freddo, sono costretti ad una traversata estenuante che può rivelarsi estremamente pericolosa, se non letale.

Condivido pienamente le denunce del direttore sanitario Pietro Bartolo – afferma don Mimmo Zambito, parroco di Lampedusa – e sono basito per questa nuova tragedia. Non si può morire così, per assideramento. Mentre noi continuiamo a chiacchierare qui vicino ci sono 29 giovani morti dentro i sacchi”.

A parlare anche il procuratore capo di Agrigento, Renato Di Natale, il quale, rispondendo alle domande di Adnkronos, ha affermato che per il momento si sta indagando per favoreggiamento all’immigrazione clandestina, in attesa di sentire i superstiti. “Le loro testimonianze – continua Di Natale – saranno preziose. In futuro potremmo anche indagare per omicidio plurimo colposo, ma per il momento è solo un’ipotesi astratta”.

Secondo Michele Ciminio (Pdr), anch’egli intervenuto in merito al disastro, questa è solo la prima delle tragedie del 2015 legate all’immigrazione clandestina. “Nessun aiuto concreto dalla Unione Europea e questo, per tanti siciliani alle prese con questo fenomeno, è un ulteriore motivo si sfiducia nelle istituzioni europee. Si accertino le responsabilità politiche di questo disastro a puntate. È inaccettabile l’abbandono in cui versa Lampedusa, lasciata sola a fronteggiare una emergenza continua”.

Foto Ansa