C’era una volta la Festa dei lavoratori… oggi Festa dei disoccupati: tra chi aspetta la cassa integrazione a chi rischia di chiudere l’attività

La Festa dei Lavoratori è istituita in Italia dal 1890. Da quell’anno, ogni primo di maggio migliaia e migliaia di lavoratori scendono in piazza per manifestare. Discorso diverso però, per la ricorrenza del 2020, e non riguarda solo il fatto di non potere scendere in piazza per il virus. La situazione dei cittadini siciliani (e non solo), proprio per la Festa dei Lavoratori, è tra le più drammatiche d’Italia. Per trovare un primo maggio in queste condizioni si deve forse tornare indietro al secondo dopoguerra.

La Festa dei Lavoratori, a causa dell’emergenza Coronavirus, rischia di trasformarsi, almeno quest’anno, nella “festa della disoccupazione“. Sono ancora diversi i siciliani che non hanno ricevuto la cassa integrazione e ancora di più, quelli che rischiano di chiudere le attività e di perdere il lavoro.

La “riapertura graduale” proposta e attuata dal Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha lasciato scontenti quasi tutti gli italiani. Il bonus dei 600 euro (passato a 800) per partite Iva e lavoratori autonomi, oltre alle solite difficoltà nell’erogazione, non basta, nella maggior parte dei casi, a coprire perdite e spese.

Nello Musumeci, Presidente della Regione Siciliana, ha provato aforzarequalche riapertura, come quella dei toelettatori, inizialmente considerati come “servizi alla persona“, alla pari di estetisti, barbieri e parrucchieri. Oltre a ciò ha consentito ai fiorai di rimanere aperti anche per domenica 10 maggio, giorno della Festa della mamma, in modo tale da consentire loro, si spera, entrate maggiori. Ha detto di stare provando a strappare al Premier Conte una riapertura anticipata per quanto riguarda estetisti e parrucchieri.

Il problema grande però, è che ci sono settori, come gli appena citati “servizi alla persona”, il turismo, i commercianti, che non sanno se potranno effettivamente riaprire anche nel giorno della fine dei divieti. Piccoli e medi imprenditori che saranno costretti a licenziare o addirittura a chiudere bottega. La Sicilia è una delle regioni italiane con il tasso di disoccupazione più alto già in tempi normali. Dopo l’emergenza Coronavirus, i dati di disoccupazione potrebbero ulteriormente e drammaticamente aumentare. Mai come in questo periodo serve la vicinanza del Governo.

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