Caso Sea Watch: nave forza il blocco, è in acque italiane. Salvini: “Schiero la forza pubblica”

LAMPEDUSA – Continua la “telenovela” che nelle ultime due settimane ha coinvolto la nave Sea Watch e il governo italiano, in particolar modo il ministro dell’Interno Matteo Salvini. Dopo il ricorso presentato per i 42 migranti presenti a bordo dell’imbarcazione della ong alla Corte di Strasburgo e la sua respinta, non si placano le polemiche.

Il Viminale aveva vietato alla nave di entrare in acque territoriali italiane e anche il ricorso presentato sulla questione era stato respinto. Oggi, però, la Sea Watch è entrata nelle acque italiane, forzando il divieto.

Attraverso un tweet della Ong, infatti, è stato fatto sapere che la comandante Carola Rackete ha deciso di entrare nelle acque territoriali italiane. Rackete ha inoltre aggiunto che la decisione non è stata presa per provocazione, ma per necessità e responsabilità.

Immediata la risposta del vicepremier Matteo Salvini, soprattutto dopo che la nave non ha rispettato l’alt di una motovedetta della Guardia di Finanza. L’attuale ministro dell’Interno ha apostrofato la comandate, definendola “sbruffoncella“. Ha inoltre dichiarato che è pronto a schierare la forza pubblica pur di fermare la nave.

La scelta di Carola Rackete avrà conseguenze pesanti per la Sea Watch. Si parla di 50mila euro di multa e dell’immediato sequestro dell’imbarcazione. Intanto la Ong ha chiesto aiuto attraverso un post su Twitter, stavolta non solo per i migranti che, dopo la decisione della Corte di Strasburgo, si sono sentiti disperati e abbandonati.



Sea Watch ha infatti aperto una campagna di donazioni volte ad aiutare la comandante ad affrontare le multe salatissime che la sua decisione probabilmente comporterà. La campagna, secondo quanto dichiarato dalla Ong, è a difesa non solo della Rackete in sé, ma anche dei diritti umani.

Intanto Matteo Salvini, sempre attraverso Twitter, fa sapere che: “L’immigrazione non può essere gestita da navi fuorilegge: siamo pronti a bloccare qualunque tipo di illegalità. Chi sbaglia, paga. L’Europa? Assente, come sempre“.

Una lotta che sembra infinita, una guerra che si “combatte” sui social e per mare, tra politica, leggi e diritti. Da un lato la scelta di Carola Rackete, la quale ha trovato la solidarietà dei portuali di Genova (pronti ad aprire il porto), dall’altro l’intransigenza di Salvini, il quale non sembra per niente intenzionato a tornare indietro sulle sue decisioni. L’Europa, intanto, tace.

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