Caso Sea Watch, la Cassazione dice no all’arresto di Carola Rackete: “Adempiuto il dovere di soccorso”

Caso Sea Watch, la Cassazione dice no all’arresto di Carola Rackete: “Adempiuto il dovere di soccorso”

AGRIGENTO – La Cassazione si è espressa positivamente per Carola Rackete, comandante della Sea Watch, confermando il rifiuto dell’arresto della giovane.

Secondo quanto dichiarato dalla Suprema Corte, la decisione è scaturita dal fatto che “l’obbligo di prestare soccorso non si esaurisce nell’atto di sottrarre i naufraghi al pericolo di perdersi in mare, ma comporta l’obbligo accessorio e conseguente di sbarcarli in un luogo sicuro” e non poteva essere considerato un “luogo sicuro” quello in cui si trovava la Sea Watch che, “oltre ad essere in balia degli eventi meteorologici avversi, non consentiva il rispetto dei diritti fondamentali delle persone“.

L’accusa rivolta alla comandante Carola Rackete è quella di resistenza e violenza a nave da guerra. In primis, è stata esclusa la natura di nave da guerra della motovedetta perché al comando non vi era alcun ufficiale della Marina militare, ma un maresciallo della Guardia di Finanza. La giovane, infatti, ha agito per scongiurare il rischio di pericolo per i migranti a bordo della nave.

Tra le motivazioni si legge in secundis: “Può considerarsi compiuto il dovere di soccorso con il salvataggio della nave e con la loro permanenza su di essa, perché tali persone hanno diritto a presentare domanda di protezione internazionale secondo la Convenzione di Ginevra del 1951, operazione che non può certo essere effettuata sulla nave“.

Immagine di repertorio