ARAGONA – “Il fatto non sussiste”. Con questa frase, i giudici hanno comunicato l’assoluzione del primo cittadino di Aragona Giuseppe Pendolino. Quest’ultimo, sarebbe stato accusato di tentato abuso d’ufficio.
A pronunciare la sentenza sono stati i giudici della prima sezione della Corte di appello di Palermo, presieduta da Adriana Piras. È stato ribaltato il verdetto di primo grado che l’aveva condannato a 5 mesi e 10 giorni di reclusione.
L’imputazione del sindaco
Secondo l’accusa: “Il primo cittadino, avrebbe cercato di costringere l’allora responsabile dell’ufficio tecnico a mettere le carte in regola su un immobile abusivo e consentire, quindi, a una parente di venderlo. Le pressioni del Sindaco Pendolino, sarebbero state finalizzate anche a revocare la consistente sanzione amministrativa che, per prassi, viene comminata dagli uffici quando si accertano violazioni edilizie. A sua volta, il primo cittadino, avrebbe revocato l’incarico al Dirigente dell’Ufficio tecnico“.
Pendolino era stato sospeso dal prefetto dopo la condanna, conformemente alla legge Severino. Successivamente, è stato reintegrato poiché la sentenza di primo grado, ora annullata, lo aveva dichiarato colpevole di tentato abuso di ufficio. La legge, infatti, stabilisce la sospensione solo per i casi di abuso di ufficio effettivamente compiuti.
Le dichiarazioni dei difensori e la soddisfazione del primo cittadino
Gli avvocati Donatella Miceli e Lillo Fiorello, difensori del sindaco hanno sostenuto che “l’ingegnere Chiarelli era stato sostituito nell’ambito di una prevista rotazione finalizzata a razionalizzare la macchina burocratica. Non c’era stata mai alcuna pressione indebita, semmai nel corso degli anni ci sono state ripetute inefficienze da parte di Chiarelli che fu sottoposto a una sanzione disciplinare”
“Sono soddisfatto – ha commentato Pendolino – per avere vinto questa battaglia. La mia convinzione, che oggi mi viene riconosciuta, è quella di avere agito sempre in maniera corretta“.
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