Alfano a Canicattì per ricordare il giudice Rosario Livatino

Alfano a Canicattì per ricordare il giudice Rosario Livatino

AGRIGENTO – Venticinque anni dalla sua scomparsa. Canicattì ricorda il giudice Rosario Livatino, noto per la sua lotta contro la mafia e per essersi occupato di quella che sarebbe poi esplosa come la “Tangentopoli” siciliana.  

La messa in suo onore è stata celebrata dall’arcivescovo di Agrigento, Francesco Montenegro, in presenza del Ministro dell’Interno Angelino Alfano, che in giornata andrà al vecchio tracciato della strada statale 640 – Contrada Gasena, per deporre una corona di alloro vicino la stele in onore al giudice.

Rosario Livatino, conosciuto come il “giudice ragazzino”, si laureò a soli 22 anni nella facoltà di giurisprudenza di Palermo e prestò servizio come vicedirettore in prova nell’Ufficio del Registro di Agrigento. Sempre nel 1978, dopo essersi classificato tra i primi in graduatoria nel concorso per uditore giudiziario, entrò in magistratura al tribunale di Caltanissetta. 

Livatino è ricordato oggi come un grande uomo, sacrificatosi per la lotta alla legalità, ucciso in un agguato mafioso la mattina del 21 settembre 1990 sul viadotto Gasena, mentre, senza scorta, con la sua Ford Fiesta amaranto, si recava in tribunale. I mandanti e i loro collaboratori, componenti della Stidda agrigentina, sono stati immediatamente processati e condannati grazie alla testimonianza di Pietro Ivano Nava, testimone oculare della vicenda.

In onore al giudice, il 19 luglio 2011 è stato firmato dall’arcivescovo di Agrigento il decreto per l’avvio del processo diocesano di beatificazione, aperto ufficialmente il 21 settembre 2011 nella chiesa di San Domenico di Canicattì. 

Canicattì oggi, ancora una volta, ricorda orgogliosa l’uomo che si è battuto per il sogno di tanti: sconfiggere la criminalità per un paese civile.