RAVANUSA – Domani sarà un anno dalla strage di Ravanusa (Agrigento), ma comprendere a chi appartenga la responsabilità della tragedia sembra ancora un traguardo lontano: a chiedere di accelerare i tempi dell’inchiesta, per fare luce sull’accaduto, è stato Luigi Pagliarello, padre di Selene e nonno di Samuele, due delle vittime dell’esplosione.
“La tragedia c’è stata, ma non so perché. Se si poteva evitare lo deve dire chi sta ancora controllando carte e perizie. La Procura – ha dichiarato – non si tira indietro, anzi. Ma al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, chiedo di dare un’accelerata. Da padre di famiglia, presidente, faccia in modo che si arrivi a capo di tutto. Dopo un anno è inutile che ancora aspettiamo di capire“.
Il ricordo straziante delle vittime
Selena era un’infermiera incinta di Samuele che sarebbe dovuto nascere a distanza di pochi giorni dalla strage. Morto nella stessa occasione anche Giuseppe Carmina, marito della donna e padre del feto che non ha fatto in tempo a venire al mondo.
“Samuele l’ho conosciuto all’obitorio – ha raccontato Pagliarello, straziato dal dolore – era un bel bambino e somigliava molto al papà. Con mia figlia ci parlo sempre e prima o poi ci rincontreremo“.
Secondo quanto reso noto dalla Procura di Agrigento, l’esplosione sarebbe stata provocata da una “camera di gas innescata da una scintilla casuale“. Dieci gli avvisi di garanzia per disastro colposo e omicidio colposo plurimo, a dirigenti e tecnici della società Italgas, che sono stati notificati un anno fa.