Addio al Reddito di Cittadinanza, Renzi annuncia il referendum abrogativo: “Non è a favore dei poveri”

Addio al Reddito di Cittadinanza, Renzi annuncia il referendum abrogativo: “Non è a favore dei poveri”

ITALIA – Presto potremmo dire ufficialmente addio al Reddito di Cittadinanza. Matteo Renzi, nell’edizione serale di qualche giorno fa del Tg4, ha letto il quesito che dovrebbe essere sottoposto agli italiani, in sede di referendum, dove si voterà per l’abolizione del sussidio.

Volete che sia abrogato il dl 28 gennaio 2019, n.4 ‘Disposizioni urgenti in materia di reddito di cittadinanza e di pensioni’, convertito in legge, con modificazioni, dalla legge 28 marzo 2019, n.26 limitatamente al capo I, art. Da 1 a 13, recanti ‘disposizioni urgenti in materia di reddito di cittadinanza?“. Questo il contenuto ufficiale del testo che verrà sottoposto alla popolazione.

Cos’è il referendum abrogativo

La definizione di “referendum abrogativo” si trova all’articolo 75 della nostra Costituzione, che recita così:

È indetto referendum popolare per deliberare la abrogazione, totale o parziale, di una legge o di un atto avente valore di legge, quando lo richiedono cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali.

Non è ammesso il referendum per le leggi tributarie e di bilancio, di amnistia e di indulto, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali.

Hanno diritto di partecipare al referendum tutti i cittadini chiamati ad eleggere la Camera dei deputati.

La proposta soggetta a referendum è approvata se ha partecipato alla votazione la maggioranza degli aventi diritto, e se è raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi.

La legge determina le modalità di attuazione del referendum“.

Perché un referendum?

Si è optato per il referendum perché “in Parlamento non c’è una maggioranza per eliminare il Reddito di Cittadinanza“, sostiene Renzi.

La strada corretta, secondo l’ex premier, è quella della totale abolizione del sussidio. Le motivazioni: “Non è una misura a favore dei poveri. I poveri restano poveri ma sono subalterni ai politici, è voto clientelare”.

Noi vogliamo che questi soldi vengano usati per creare lavoro, non sussidi. Sono convinto che quando vedranno il quesito, quelli del M5s faranno di tutto per migliorare il reddito. Peggiorarlo sarà difficile“, conclude.