PALERMO – “Quousque tandem abutere, Catilina, patientia nostra?”. Per dirla con Cicerone fino a quando lo Stato e la Regione approfitteranno della nostra pazienza? La vicenda dei corsi ex Oif (obbligo di istruzione e formazione) si protrae ancora senza alcuna soluzione.
La questione è sul tappeto da mesi: i ragazzi non possono fruire dei corsi professionali che sostituiscono l’obbligo scolastico. Il nodo è costituito dal trasferimento dei fondi dal ministero di 13.9 milioni di euro per finanziare le prime annualità dei corsi di formazione.
A finire nel guado dei ritardi – regionali e statali – sono i ragazzi e gli enti di formazione. L’assessore alla Formazione Mariella Lo Bello ha rassicurato sui tempi brevi e si è in attesa dei fondi provenienti da Roma.
Così gli oltre 5mila studenti dei primi anni dei corsi rimangono senza istruzione: si tratta – come il professore Piero Quinci ha ribadito spesso – di ragazzi che si possono strappare alla criminalità e alla strada con un percorso serio di formazione.
In caso contrario il loro destino, il più delle volte, è segnato. Adesso da sei mesi si attende l’inizio dei corsi e la Regione si è resa responsabile di un balletto di date e cifre deprecabile in una terra dove ancora l’evasione scolastica è molto alta e non vi sono strumenti adeguati per contrastarla.
Ecco quanto dichiarava – lo scorso settembre – il professor Quinci. Sono passati sei mesi e ancora nulla è cambiato.
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