Ars, prosegue il teatro: inciucio, nomine e protesta

Ars, prosegue il teatro: inciucio, nomine e protesta

PALERMO – Se in un recente articolo avevamo parlato dei burattinai del Pd, i cuperliani e i renziani, che tengono in mano i destini dell’isola stavolta tocca parlare dei protagonisti assoluti del gran teatro della Regione. Il palco, con i siciliani spettatori paganti e attoniti, è occupato da comparse che ciclicamente ritornano, vedi Antonio Fiumefreddo, ma anche e soprattutto da un indiscusso primo attore come Rosario Crocetta.

La sua intervista al Fatto Quotidiano è una summa dei suoi assunti ideologici donchisciotteschi: “Non lascio spazio al vecchio sistema di potere. Mi devono eliminare. Lo vuole anche la mafia, ma se devo essere sincero mi fa più paura certa politica che la mafia”.

Poi, in un crescendo rossiniano, ha tirato fuori le discriminazioni sessuali: “Vogliono farmi apparire un tipo bizzarro, ed è facile – ha aggiunto Crocetta – Sono un omosessuale e come tale considerato poco serio, come tramanda la vulgata di pessima osteria. Ma sappiano che si sbagliano. Io sono di una razionalità luciferina e non sarà facile farmi fuori”.

Poi, nella serata di ieri, il colpo di teatro della nomina di Antonio Fiumefreddo. Gelido il commento del segretario del Pd Fausto Raciti: “E’ l’ennesima scelta inopportuna di un governatore che dà poltrone a figure che non hanno nulla a che fare con il nuovo. Se non andava bene da assessore ai Beni culturali, perché adesso lo indica alla Spi? La risposta sta solo nelle convenienze politiche del momento”.

Sul versante delle alleanze di governo Raciti ha affondato il colpo sull’opposizione: “Mi sembra utile parlare del centrodestra. Mi sorprende, infatti, il comportamento di chi prima annuncia a gran voce mozioni di sfiducia e le presenta e poi, nelle sedi opportune, non ne chiede la calendarizzazione. Un atteggiamento non semplicemente morbido ma quasi consociativo”.

Il segretario del Pd, come si fa a rubgy, ha lanciato la palla ovale più lontano che poteva e si è avventurato nel campo del centrodestra paventando un possibile inciucio con Crocetta.

“In fondo il ribaltone o le larghe inteseha evidenziato Racitisono strumenti storici della politica degli ultimi due decenni, non mi sembra ci sia nulla di nuovo”.

A rispedire con vigore la palla nel campo del Pd è stato Nello Musumeci che ha smentito categoricamente qualsiasi tipo di accordo. “Autorevoli quotidiani, tradizionali e online, segnalano il rischio di un ritorno alla stagione del consociativismo parlamentare a Sala d’Ercole – ha dichiarato Musumeci -. Il comunicato unitario di tutto il centrodestra siciliano avrebbe dovuto ispirare ben altre letture ma, evidentemente, occorre più chiarezza da parte nostra: nessun inciucio, nessuna maggioranza di larghe intese, nessun aiuto a un governo inadeguato e clientelare”.

“Oggi il sentimento più diffuso tra i siciliani è la disillusione. Per questo la posizione assunta dal centrodestra è improntata a grande senso di responsabilitàaggiunge Occorre restituire la parola al popolo, è vero. Ma di qui a quando questo sarà possibile è necessario che il Parlamento approvi urgenti leggi di riforma a cominciare da quella elettorale, con la doppia scheda e abolizione del listino, smettendola di giocare a inseguire il Pd o i suoi alleati”.

Anche Marco Falcone, capogruppo di Forza Italia, si è unito alle parole del presidente della commissione antimafia: “Nessun inciucio o possibilità di larghe intese vi potrà essere con questo governo, su cui il nostro giudizio, profondamente negativo, già espresso l’anno scorso con la mozione di sfiducia nei confronti del presidente Crocetta, oggi non solo è confermato, ma aggravato”.

Un duro affondo contro il presidente Crocetta arriva dalla Cisl, che promuoverà delle iniziative per “scuotere dal torpore il governo e la politica”. Lo hanno deciso all’unanimità i vertici di federazioni regionali e Cisl territoriali, riuniti a Messina.

Il sindacato reputa insopportabile, insostenibile, indifendibile lo spettacolo offerto, di risse e scontri di potere. Ancora una volta – si legge in una nota – prevale l’irresponsabilità di una classe dirigente che, senza pudore, perde il proprio tempo in lotte interne per la gestione girando le spalle alle vere emergenze che soffocano l’isola: l’emergenza economica, quella sociale e del lavoro e quella amministrativa. E la storia, di declino, degenerazione e fallimento, si trascina in totale continuità dal 2009″.