Simeto: Patto del fiume per otto comuni

BIANCAVILLA –  Alla Villa delle Favare, a Biancavilla, si è tenuto un incontro tra gli otto comuni firmatari del Patto di FiumePaternò, Adrano, Biancavilla, S.M. di Licodia, Belpasso, Centuripe, Motta Sant’Anastasia e Ragalna – l’Università di Catania, le associazioni e una delegazione composta da rappresentanti della Regione e dei ministeri dello Sviluppo economico, della Sanità, dei Trasporti e dell’Istruzione, in visita, in questi giorni, nei territori simetini. Oggetto dell’assemblea, la candidatura della Valle del Simeto come area sperimentale per la Strategia Nazionale Aree Interne, un piano di sviluppo complessivo e strategico del territorio, attraverso il quale si possa usufruire dei fondi che verranno stanziati attraverso i bandi europei del 2014-2020.  Al centro del progetto il Patto di Fiume, ovvero il protocollo di intesa che si configura come un documento programmatico di sviluppo, ispirato ai principi di sostenibilità ambientale, economica e sociale.

La riunione di Biancavilla dei rappresentanti degli otto comuni del Patto del Fiume Simeto

La riunione di Biancavilla dei rappresentanti degli otto comuni del Patto del Fiume Simeto

Nel corso della riunione è stato affrontato il nodo della perimetrazione dei territori  individuati dalla Regione siciliana e dal Ministero dello Sviluppo Economico per il progetto Aree Interne, i quali corrispondono ai comuni di Biancavilla, Centuripe e Adrano. Sia i rappresentanti della Regione che del Ministero dello Sviluppo Economico hanno infatti chiarito il senso di questa scelta, come spiega il sindaco di Paternò, Mauro Mangano, primo firmatario dell’auto-candidatura  della Valle del Simeto alla strategia nazionale. «La nostra città non è stata esclusa dal progetto del Ministero, anzi, gli stessi rappresentanti della Regione e del Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione Economica hanno affermato che l’area della Valle del Simeto è stata scelta per la Strategia proprio perché, attraverso il Patto del Fiume, ha dimostrato l’esistenza di una comunità coesa e capace di progettare il futuro in maniera partecipata”. “Come gli stessi funzionari della Regione e del Ministero ci hanno chiarito – continua Mangano – tale perimetrazione non mira ad escludere nessun territorio dalla Strategia Aree Interne, bensì ad individuare un’area di riferimento più ristretta, sulla quale misurare l’incidenza degli interventi. Di più, agli otto Comuni firmatari del Patto di Fiume è stato chiesto di rimanere uniti e proseguire sulla strada della condivisione degli obiettivi di sviluppo“.