Terremoto, la Sicilia tra ricordi e paure ma “freniamo” il panico

Terremoto, la Sicilia tra ricordi e paure ma “freniamo” il panico

SICILIA – L’orologio scandisce le ore, sono le 3 della scorsa notte. Tutti dormono. A Pescara del Tronto e Amatrice si sente solo il peso del silenzio.

L’orologio continua a scandire i minuti, i secondi. Scoccano le 3,30 e in un attimo si scatena l’inferno. La prima oscillazione, la seconda, la terza e così via. Crollano palazzi, campanili, strade e quel silenzio si trasforma in disperazione, urla, pianti… dolore.

Tutti gli organi di stampa battono la notizia, le luci del Paese si accendno su quelle piccole realtà delle provincie di Ascoli Piceno e Rieti e iniziano a scorrere fiumi di inchiostro sul web anche dalla Sicilia, terra che in passato ha vissuto le stesse ore di angoscia che sta vivendo il Centro Italia. 

È, dunque, inevitabile che scorrano nella mente di ognuno di noi siciliani le immagini di terremoti come quello vissuto a Messina ma è anche vero, diciamocelo chiaramente, che non è il momento di creare allarme nella nostra terra. Non serve, non aiuta. 

Purtroppo, e ne faccio autocritica, spesso colti dalla passione per il nostro lavoro e dall’impeto della notizia, esageriamo, consentitemi di dirlo. Lasciamo scorrere quelle penne senza valutare il peso micidiale che le parole possono avere.  

Dall’Istituto di Geofisica e Vulcanologia di Catania confermano: “Non abbiamo registrato alcuna scossa”. Dunque nessun terrore, nessun allarme ma la prevenzione SI. È questa che, come giornale, chiediamo a gran voce ai comuni della Sicilia, perché ancora molti di essi non si sono dotati del piano antisismico. 

NO questo non possiamo permettercelo noi da siciliani e non possiamo permetterlo a chi ci governa. L’imperizia non va perdonata.