Catania, workshop Acli su lavoro nero e sommerso

Catania, workshop Acli su lavoro nero e sommerso

CATANIA – A Catania una rete contro il lavoro nero e sommerso esiste già ed è pronta a dare il proprio contributo: non solo in termini di dibattito ma anche di azioni concrete. A farne parte sono i protagonisti del settore pubblico e privato (dalle associazioni imprenditoriali ai sindacati, alle sigle sociali cattoliche) che da anni si battono contro lo sfruttamento a man bassa di chi lavora, soprattutto nel settore turismo, senza vedersi riconosciuti contributi e il diritto alla malattia, alla maternità e alla pensione stessa. L’obiettivo adesso è quello di dare vita a “tavoli tematici” cuciti su misura per il territorio che si sperimentino su azioni concrete. È questo il messaggio del workshop sul tema “Lavoro irregolare e politiche di emersione: il settore turistico in Sicilia” tenutosi martedì 29, nella Sala Refettorio del Cortile Platamone, promosso da Acli Sicilia, Unar, Engineering, quale conclusione di un progetto di promozione europea.

Ai lavori sono intervenuti, oltre al presidente di Acli Sicilia e vicepresidente nazionale, Santino Scirè, che ha moderato la tavola rotonda, anche il referente regionale del Servizio specialistico integrato Massimo Asero, il direttore Iref Acli nazionale Marco Livia, Patrizia Caudullo di Italia Lavoro, il presidente di Acli Catania Franco Luca, il coordinatore regionale di Nidil Cgil Sicilia, Giuseppe Oliva, il direttore di CPI Catania, Paolo Trovato, il presidente di Federalberghi Sicilia, Nico Torrisi, Salvatore Pappalardo della Caritas di Catania. Le conclusioni sono state affidate al vicepresidente delle Acli nazionali Stefano Tassinari.

Il dibattito ha toccato vari temi, ma uno dei problemi più difficili da risolvere in termini di lavoro nero è di certo la mancata semplificazione delle norme: leggi che spesso non agevolano coloro che volessero rimettersi in regola. Siamo però altresì consapevoli, di contro, che i casi di recidiva di lavoro in nero vadano puniti ben oltre la semplice multa, persino arrivando a soluzioni estreme coma la confisca del bene stesso che potrà poi passare nelle mani dei lavoratori – sottolinea il presidente Santino Scirè -. Turismo ed agricoltura spesso vanno a braccetto e insieme dovrebbero poter lavorare in un contesto dove tutti gli attori, istituzionali e non, facciano rete, collaborino insomma per trovare soluzioni pratiche si rilancio dell’economia di settore, eliminando al massimo lo sfruttamento. Con il presidente di Federalberghi, ad esempio, stiamo trovando un filone di scambio molto interessante. Prossimo obiettivo: rivedersi e provare ad agire su obiettivi a breve termine” .