Bruce Lee come “salvezza” fisica e spirituale: dagli uomini alle donne riaffiora l’arte del maestro

Bruce Lee come “salvezza” fisica e spirituale: dagli uomini alle donne riaffiora l’arte del maestro

CATANIA – Per cogliere l’essenza delle arti marziali occorrono intelligenza, lavoro assiduo e perfetta padronanza delle tecniche. Alcune arti marziali sono molto popolari perché sono belle da vedere, caratterizzate da tecniche fluenti, scorrevoli. Ma attenzione! Sono come un vino che è stato annacquato. E il vino annacquato non è vero vino, non è un vino buono, un prodotto genuino. Altre fanno meno figura, però hanno un tocco di autenticità, il sapore della genuinità. Sono come le olive. Il loro sapore può essere aspro, dolce-amaro. Ma l’aroma persiste. E impari ad apprezzarle. Mentre nessuno ha mai apprezzato un vino annacquato“.

Questa che avete appena letto è una estrapolazione da “Jeet kune do. Il libro segreto di Bruce Lee”, ed è proprio da qui che vogliamo raccontarvi di come le arti marziali stanno diffondendosi in questi anni nel nostro paese

Il Jeet Kune Do è un’arte marziale, non tradizionale, scientifico-filosofica basata sul combattimento “essenziale” fondata dal celebre shifu Bruce Lee negli anni Sessanta. In cantonese Jeet significa “intercettare”, Kune “pugno” e Do “via”; Jeet Kune Do significa, quindi, la “La via del colpo intercettore”.

Il fondatore di quest’arte è stato appunto Bruce Lee che all’età di 16 anni iniziò ad allenarsi rivelandosi particolarmente dotato nelle arti marziali. Attore, artista marziale, filosofo, regista, sceneggiatore e produttore cinematografico, Bruce, inizia ad allenare corpo e mente unendo, nella sua arte, diverse tecniche: dal cha cha cha al pugilato alla scherma al Muay Thai e altre ancora. Inoltre, accoglie alcuni principi filosofici del Taoismo, Buddhismo Zen, del Maestro indiano Krishnamurti e del Pragmatismo. Il tutto per creare un equilibrio fisico spirituale

Da diversi anni, in Italia, la sua arte inizia a diffondersi ed è così, che da due anni circa, anche a Catania e dintorni, prende vita la voglia – da parte dei giovani – di abbandonare la “moda” del bodybuilding e apprendere le tecniche di Bruce Lee. 

Come nasce questa passione per il Jeet Kune Do? Lo abbiamo chiesto ad un giovane catanese, che per privacy chiameremo Stefano, che ci ha raccontato di come da diversi mesi si sia avvicinato al grande maestro. 

“Tutto è nato in una sera qualunque. In una di quelle sere in cui decidi di rimanere a casa a guardare un film: in televisione trasmettevano uno dei film di Bruce Lee che, tra l’altro, avevo già visto da ragazzino, senza prestarci però particolarmente attenzione. Guardavo nei dettagli i movimenti di quel maestro, l’eleganza dei movimenti, la velocità e, soprattutto, ho ascoltato nei dettagli il suo pensiero. La sua arte alimentava non solo il corpo ma anche lo spirito“. 

“Nei giorni successivi ho iniziato a cercare maggiori dettagli sulla vita di quel maestro cinese e da lì è iniziata la passione per quest’arte che da diversi mesi, ormai, mi accompagna”, spiega Stefano. “Potrei parlare per ore di tutto quello che ho appreso dai suoi film e dalla sua vita ma posso racchiudere il senso della sua arte in una sola parola: benessere“. 

Benessere fisico e benessere interiore. “La tranquillità che mi infondano i miei allenamenti quotidiani è qualcosa di indescrivibile. Mi sento bene, non soltanto nell’ambito salutare ma anche mentale. Per un giovane come me è molto importante restare a mente lucida durante le mie giornate: in una vita come quella dei nostri giorni è davvero difficile non farsi trascinare da ‘cattive abitudini'”.

Una delle cose più entusiasmanti di questa “difesa personale” è il fatto che stia coinvolgendo anche le donne. Bruce stesso, durante la sua vita, insegnava loro come difendersi. I casi di aggressione, violenza, femminicidi continuano ad aumentare ogni giorno: pur essendo nel 2017, in un mondo evoluto e al passo con la tecnologia, sono tante le donne vittime degli uomini. 

Da Belpasso a San Gregorio di Catania: sono tanti i comuni che hanno dato vita a dei corsi di difesa personale per le donne per proteggersi da chi fa loro del male. Da chi, nella maggior parte delle volte, invece di amarle, le uccide. 

Dagli anni Sessanta ad oggi, Bruce Lee, ritorna a riaffiorare: non solo uomini, dunque, ma anche donne… con la voglia e la passione di scoprire e imparare quell’arte che, nonostante il tempo, non è mai scomparsa. 

“La maggior parte dei miei coetanei che si è avvicinata a questa tecnica lo ha fatto principalmente per avere un bel fisico, per restare alla moda coi tempi in cui se non hai dei bei muscoli da mostrare, non sei nessuno – conclude Stefano -. Vorrei consigliare a tutti, invece, di iniziare a praticare queste arti marziali soprattutto per un benessere interiore. Modellare la nostra anima è una delle cose più difficili ma, ve lo dice uno che nella vita ne ha affrontate tante, che ha sempre lottato per andare avanti… ne vale la pena. Praticare l’arte di Bruce Lee significa migliorarsi e quando un uomo e una donna si migliorano… bhè, ne vale sempre la pena“.