Approda alla Commissione europea la vicenda del natante dell’ecatombe

Approda alla Commissione europea la vicenda del natante dell’ecatombe

CATANIA – Augusta 2016 adesso è ufficialmente un caso. Quanto vi abbiamo rivelato fin dall’inizio dell’operazione voluta dal Ministero dell’Interno per riesumare le salme delle vittime della più grande tragedia di migranti avvenuta nel Mediterraneo, quella del 18 aprile dello scorso anno, approderà a Bruxelles. Gli europarlamentari del Movimento 5 Stelle, Tiziana Beghin e Ignazio Corrao, firmeranno il testo dell’interrogazione che sarà presentata alla Commissione europea. Il testo era già pronto da un paio di giorni, ma i clamorosi sviluppi che vi abbiamo fornito ieri in esclusiva (il peschereccio inabissato nuovamente, le manovre per raggiungere la base Nato di Augusta che riprenderanno, forse, in agosto) hanno imposto alcune modifiche del documento che sarà presentato mercoledì nella sede Unione Europea.

Gli esponenti pentastellati sono membri della Libe, la commissione competente per la maggior parte della legislazione relativa alle politiche in materia di giustizia e affari interni e per il controllo democratico su di esse. La commissione garantisce così il pieno rispetto, nell’ambito dell’Unione europea, della Carta dei diritti fondamentali e della Convenzione europea dei diritti dell’uomo nonché il rafforzamento della cittadinanza europea; hanno deciso di intervenire dopo avere ascoltato i rappresentanti nazionali dell’Usb, l’Unione Sindacale di Base dei vigili del fuoco, l’unica sigla a mettere in evidenza i notevoli fattori di rischio per la salute fisica e, soprattutto, mentale dei pompieri chiamati ad un compito mai svolto prima, gravosissimo emotivamente, la riesumazione di resti da quella che di fatto è una fossa comune, la stiva che avrebbe potuto contenere al massimo 40 persone, dove ne sono rimaste intrappolate centinaia e che è rimasta sul fondo marino per più di un anno.

L’alcamese Corrao è anche in stretto contatto col sindaco di Augusta, Cettina Di Pietro, che sta seguendo con apprensione la vicenda. “Siamo felici per l’intervento dei deputati Beghin e Corrao – afferma il rappresentante nazionale dell’Usb Costantino Saporito -. Quanto sta avvenendo si commenta da sé ed è giusto che la Commissione europea faccia luce, intervenga, considerata la delicatezza della vicenda sia per i vigili del fuoco sia per il rispetto delle povere vittime”.

10 milioni e 600 mila euro: risorse tolte al soccorso, soldi dei cittadini, ecco cosa fino ad oggi è costata questa operazione mal organizzata e peggio concepita – continua Saporito -. Il fallimento davanti agli occhi del mondo intero della Marina Militare e di chi amministra i vigili del fuoco, la monumentale dimostrazione che ognuno deve fare il proprio mestiere e che i nostri dirigenti dovrebbero smettere di credersi quello che non sono e di farsi grandi dietro gradi militari e competenze che evidentemente non hanno”.

Fra nove giorni, il 24, a Roma si svolgerà l’assemblea nazionale del sindacato, quella in cui sarà denunciato quanto stiamo anticipandovi. “Chi renderà conto della perdita di immagine del Corpo Nazionale e soprattutto chi è il responsabile dell’ennesimo spreco di denaro pubblico? I nostri strapagati dirigenti? – si chiede a nome dei colleghi Saporito -. Quando il povero pompiere sbaglia, subisce messa in mora e disciplinare, magari solo perché ha rotto uno specchietto o ha risposto male ad un funzionario, ma si sa, forte con i deboli e debole coi forti è il motto di questa amministrazione, dopo la riforma in modo particolare”.

Certo gli imprevisti possono accadere, ma secondo l’Usb “che l’operazione fosse completamente disorganizzata era chiaro già dalle prime battute, ma arrivare al paradosso di mollare tutto e dare la colpa ad una ditta specializzata del settore è poco elegante”. Perché a quanto pare adesso nelle stanze dei bottoni del Viminale è in corso lo scaricabarile o la caccia al capro espiatorio. Che sarebbe la ditta privata alla quale è stata affidata la riemersione del peschereccio e le operazioni di traino.

A questo punto è opportuno far recuperare la nave della vergogna da ditte con mezzi di navigazione idonei a questo tipo di operazioni – afferma duro Saporito – evitando che gestori improvvisati, così come i dirigenti della marina o dei vigili del fuoco, si occupino di una sfida al di sopra delle loro capacità. I nostri dirigenti del resto sono già costati molto alla comunità sbagliando clamorosamente il montaggio del primo hangar che doveva alloggiare il relitto una volta arrivato ad Augusta”.

Le notizie sconfortanti dell’ultima ora vedono il ritiro delle truppe cammellate dalla zona dell’operazione, che ricordiamo è iniziata il 27 aprile e a detta dei nostri manager doveva concludersi in pochi giorni, con il conseguente, assurdo inabissamento del relitto che da 17 giorni viene preso e mollato come una specie di jo-jo. Ottima figura davanti agli occhi del mondo… – conclude l’Usb -. Questo è frutto del riordino, che mostra sempre più i suoi fattori negativi, i suoi limiti. Il soccorso è allo sbando, le attrezzature sono sempre più scadenti, i nostri mezzi a pezzi, non parliamo dei nostri stipendi e delle nostre pensioni. Noi che siamo pronti a rischiare la vita, sempre, per la gente che confida in noi, per la missione in cui crediamo e che deve essere rispettata”.

Alessandro Sofia