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Corsi di coding: perché può servire seguirne uno?

Che le professioni digitali rappresentino il futuro oramai rappresenta solamente una mezza verità. Esistono moltissimi lavori che fanno parte del presente, e tra questi troviamo quello del programmatore. Intraprendere un percorso formativo volto in questa direzione è sicuramente una buona idea. Ma da dove partire? Esistono vari tipi di formazione, ma sicuramente, soprattutto per chi è un neofita, un buon corso di informatica partendo da zero è il modo ideale per addentrarsi seriamente in questo mondo, soprattutto se ad offrire il percorso formativo è un ente già affermato nel settore coding, come aulab, che con il corso Hackademy forma come sviluppatore web chiunque voglia acquisire conoscenze tecniche rapidamente e in modo completo. La richiesta di programmatori sul mercato del lavoro è altissima, e per questo motivo vediamo insieme come diventarlo.

Programmatore: il lavoro del futuro nel presente

Abbiamo detto che la figura del programmatore è una delle più ricercate dal mercato del lavoro, insieme ad altri professionisti del mondo digital. Tra l’altro si tratta di un settore, quello delle nuove tecnologie in generale, dove le aziende sono finalmente disposte a investire, e per questo motivo anche a pagare piuttosto bene chi riesce ad apportare il giusto contributo in termini di competenze. In altre parole, imparare a programmare può letteralmente aprire moltissime porte.

Ma per comprendere meglio il motivo per cui intraprendere una carriera come programmatore dovrebbe essere una possibilità da non precludersi, è sufficiente parlare di cifre. Ovviamente a determinare lo stipendio finale contribuirà anche l’esperienza, e per questo motivo un programmatore junior può guadagnare sui 1.800 euro mensili, mentre un senior con almeno 5 anni di esperienza può oltrepassare tranquillamente i 3.000 euro.

Cosa fa un programmatore?

Banalmente potremmo dire che un programmatore è colui che comunica a un computer cosa fare e come farlo. In altre parole questa figura intavola una sorta di dialogo con la macchina utilizzando un determinato linguaggio. Esattamente come nel mondo esistono più lingue però, anche in quello della programmazione possiamo trovare diversi tipi di linguaggio che servono a tradurre delle informazioni in 1 e 0, ovvero un codice binario comprensibile dal PC.

Ma descrivere in questo modo la professione del programmatore è piuttosto riduttivo, dal momento che il suo operato sostanzialmente getta le basi dell’intera infrastruttura digitale aziendale. Il programmatore però, non deve essere solamente una persona che ragiona per 1 e 0, ma deve essere anche fornito di una buona dose di creatività, anche perché la programmazione permette sostanzialmente di creare qualcosa da zero partendo solamente dalla propria immaginazione.

I vantaggi del programmatore

Il lavoro del programmatore nasconde una serie di vantaggi oggettivi e non trascurabili. Tra i principali vogliamo ricordare:

  • Diventare freelancer: il programmatore non deve necessariamente cercare lavoro come dipendente di un’azienda, ma può decidere di lavorare come freelancer, quindi realizzare progetti in autonomia. Nel tempo avrà modo di selezionare i propri clienti.
  • Lavorare in smartworking: inutile sottolineare come il programmatore grazie a una connessione internet e il suo computer, quindi non ha bisogno di recarsi personalmente in un ufficio.
  • Essere selezionati. I migliori e più preparati programmatori hanno la possibilità di essere selezionati da importanti aziende del settore. Molto spesso infatti, le grandi organizzazioni investono nella formazione di professionisti qualificati. Questo avviene perché la domanda è di gran lunga superiore all’offerta.
  • Gestire in autonomia del lavoro. Il programmatore ha la possibilità di gestire in totale autonomia il proprio tempo, senza che sia necessario timbrare un cartellino. Questo è possibile perché chiaramente il programmatore lavora ad un progetto.

Come abbiamo potuto vedere, i vantaggi della professione del programmatore sono numerosi e tutti molto importanti. Ovviamente alla base deve esserci una passione per il mondo dell’informatica in generale, ma anche tanta voglia di imparare ed acquisire un bagaglio di competenze non indifferente. Una volta compresi questi due passaggi, il programmatore ha la possibilità di scegliere anche in quale comparto lavorare, dunque dove specializzarsi. Tra le figure più ricercate, sicuramente troviamo i back-end developer, gli sviluppatori di app e i data scientist.

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