Oggi la commemorazione del giudice antimafia Antonino Saetta

Oggi la commemorazione del giudice antimafia Antonino Saetta

Caltanissetta – Il 25 settembre del 1988, morivano sulla strada statale 640 Agrigento-Caltanissetta il giudice Antonino Saetta, presidente della I sezione della Corte d’Assise d’Appello di Palermo, e il figlio Stefano.

I due erano di ritorno da Canicattì, dove avevano assistito a un battesimo, e sulla strada verso Palermo furono freddati da un centinaio di colpi di pistola, i cui bossoli sono stati poi ritrovati sulla scena del delitto.

Il mandante del tragico omicidio era il famigerato boss mafioso Totò Riina, capo dell’organizzazione criminale “Cosa nostra”. L’intento di Riina sarebbe stato quello di punire il  magistrato che aveva pesantemente condannato i pericolosi capi emergenti Vincenzo Puccio, Armando Bonanno e Giuseppe Madonia e che era candidato a presiedere la corte d’appello del primo maxiprocesso alle cosche mafiose del palermitano. 

Per la punizione dei killer dobbiamo aspettare fino al 1996, anno in cui sono stati condannati all’ergastolo, dalla Corte d’Assise di Caltanissetta, per il duplice efferato omicidio, lo stesso Riina, il capomafia Francesco Madonia e il killer Pietro Ribisi.

Antonino Saetta, dopo aver conseguito la laurea nel 1944, con 110 e lode, vinse il concorso per Uditore Giudiziario ed entrò in Magistratura.

Durante la sua carriera si occupò di processi di risonanza nazionale, come quello sulle Brigate Rosse, e, da Presidente della Corte d’Assise d’Appello di Caltanissetta, curò un importante processo di mafia, che vedeva come imputati, tra gli altri, i “Greco” di Ciaculli, vertici indiscussi della mafia di allora.

Oggi viene ricordato e onorato per aver dedicato la sua vita alla lotta alla mafia sacrificandosi per il suo nobile ideale.