Buona Scuola, inizia una lotta intestina tra docenti e le proteste continuano

Buona Scuola, inizia una lotta intestina tra docenti e le proteste continuano

SICILIA – Esodo, deportazione di massa, è così che viene etichettato lo spostamento obbligatorio che molti docenti dovranno affrontare per la tanto agognata immissione in ruolo.

Come si poteva immaginare, le regioni a più alto tasso di “esodo” sono Campania e Sicilia ma ciò che preoccupa ancora di più è la lotta intestina che comincia a profilarsi, a linee nette, tra i precari che da vent’anni sono nelle graduatorie a esaurimento e i giovani risultati idonei al concorso 2012 e che ora avranno la precedenza nella fase B del piano assunzioni.

Da non dimenticare inoltre tutti gli abilitati del TFA (tirocinio formativo attivo) completamente esclusi dal piano Renzi e che cercano un modo per poter rientrare anche attraverso massicce partecipazioni a ricorsi indetti dai sindacati e non solo.

Ampie proteste arrivano anche da parte dei così detti docenti “immobilizzati”, coloro che sono entrati di ruolo anni fa fuori dalla Sicilia, e che, data la situazione di emergenza, hanno richiesto un incontro con il provveditore previsto per domani.

Il piano assunzioni potrebbe, difatti, provocare la saturazione di tutti i posti disponibili, compresi quelli destinati alla mobilità annuale (trasferimenti provinciali ed interprovinciali e assegnazioni provvisorie) e, come diretta conseguenza, gli immobilizzati vedrebbero, dopo anni di lontananza e grandi sacrifici, ancora una volta negata la possibilità di ritornare nella propria terra e riabbracciare i propri cari.

Sembrerebbe pertanto che la ricompensa per chi da anni lavora come precario al servizio dello Stato sia quella di vedere la propria famiglia smembrata e la propria vita trasferita altrove. 

Benché Renzi e la Giannini esultino per i risultati conseguiti con le 71.643 domande pervenute da parte dei docenti, sembra che i nodi da sciogliere, come le risposte da dare, siano ancora molti. Basti leggere questo post inviato a Davide Faraone, sottosegretario di Stato del ministero dell’Istruzione, da una docente che sembra aprire un altro capitolo discutibile della “buona scuola”:

Buongiorno, sono una precaria scuola primaria da 26 anni. Abito a Messina, ho 52 anni e un figlio invalido al 100% autistico. Vorrei ringraziare tutti voi per non aver permesso di inserire il diritto della “104” nella domanda di immissione in ruolo. Ho riflettuto e ho deciso di non presentarla. Mio figlio ha bisogno di avermi vicina SEMPRE. L’autismo non è presente solo nelle vacanze scolastiche ma tutti i giorni. Lei dovrebbe saperlo. Ritengo che questa modalità usata per ricattare i precari sia la più squallida mai attuata. Volevo informarla che la mia storia, comune a molte alte, verrà divulgata il più possibile. Lo devo a mio figlio“.

E basta scorrere le pagine di facebook per trovare molte altre testimonianze di docenti che a malincuore hanno dovuto rinunciare al ruolo e alla possibilità di un posto “sicuro”.