Processo Salvini-Open Arms, Oscar Camps: “Speriamo di avere giustizia”

Processo Salvini-Open Arms, Oscar Camps: “Speriamo di avere giustizia”

PALERMO –Speriamo di avere giustizia. Salvini ha la sua versione, in realtà i ministri che sono stati sentiti hanno detto che quella decisione l’ha assunta lui, la responsabilità è sua” è quanto affermato da Oscar Camps, fondatore di Open Arms, arrivando nell’aula bunker del carcere dellUcciardone dove stamattina sarà ascoltato come teste nel processo a Matteo Salvini.

Salvini è imputato di sequestro di persona e rifiuto di atti dufficio per avere tenuto per due settimane in mare, quattro anni fa, 147 migranti soccorsi dell’imbarcazione della Ong spagnola. Nell’aula bunker sono arrivati anche il ministro e il suo legale, l’avvocato Giulia Bongiorno. Tra i testimoni dellaccusa Giuseppe Conte, Luigi Di Maio e Luciana Lamorgese.

Le dichiarazioni di Giuseppe Conte

Sollecitai il ministro Salvini a far sbarcare i minori a bordo della Open Arms perché secondo me era un tema da risolvere al di là di tutto. Cercai di esercitare una moral suasion sulla questione perché mi pareva che la decisione di trattenerli a bordo non avesse alcun fondamento giuridico“, ha dichiarato l’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte lo scorso 15 agosto, rispondendo alle domande del procuratore aggiunto Marzia Sabella sulla lettera da lui inviata il 14 agosto all’ex ministro Salvini, in cui si chiedeva proprio di far sbarcare i minori.

Successivamente il premier scrisse una missiva aperta al leader della Lega lamentando la diffusione non fedele del contenuto della lettera del 14.

Siamo al 15 agosto – ha ricordato Conte – ci avviavamo verso la crisi di governo e una probabile competizione elettorale, il tema immigrazione è sempre stato caldo per la propaganda politica ed era chiaro che in quella fase, Salvini, che ha sempre avuto posizioni chiare sulla gestione del problema, volesse rappresentare me come un debole e lui invece come rigoroso. Scrissi la lettera aperta perché mi infastidiva intanto che uno scritto da me inviato al ministro fosse stato diffuso dal destinatario senza la mia autorizzazione. Inoltre avrei gradito che fosse rappresentato per quel che era” conclude l’ex premier.

Foto di repertorio