“L’inizio di ogni cosa” di Luca Ammirati

“L’inizio di ogni cosa” di Luca Ammirati

Restiamo seduti sul nostro divano di certezze sfogliando l’album ricco di foto scattate a occhi chiusi. Eppure questo non basta ad assopire il dubbio che il cambiamento segue sottovoce i nostri passi, alcune volte li anticipa, ne detta le regole fino alla nuova ora che spesso coglie impreparati.

Succede che all’improvviso un uomo incontra l’altra parte di sé protetta da una password di alto livello di sicurezza. C’è anche un nome, prova ne è il documento di riconoscimento che conferma la presenza nel mondo abbagliato dalla copertina piuttosto che dalle parole in comunione col cuore.

Il mare di ottobre è il più speciale dell’anno, se ne sta quieto, il suo silenzio mi scava dentro. E mi fa sentire nudo, indifeso“.

Così lo scrittore Luca Ammirati inaugura l’incipit del suo nuovo romanzo “L’inizio di ogni cosa” edito da Sperling & Kupfer.

Raramente il pensiero ci suggerisce di demandare all’incipit ogni prima volta del nostro recinto mentale. Ieri è ormai fuori dal gioco, a mezzanotte e nemmeno un minuto ha finito il suo turno, il giovane passato non ha più niente da dire o da iniziare perché è a tutti gli effetti un tempo gemello di uno yogurt scaduto.

Se vuoi combattere cerca la pace. Se vuoi essere libero, non giudicare. Se vuoi essere leggero, perdona“.

Di questo giogo esistenziale Tommaso non ha mai avuto contezza, lui è un comune professore di liceo sposato con Irene, un’avvocatessa con l’ agenda piena di appuntamenti. Una quotidianità disegnata nel reciproco consenso abituato ad accettare le vie traverse di un equilibrio apparente.

Una sera come tante altre, anche se prematuro, l’indizio viene convocato da una confidenza inopportuna tra Irene e un suo collega.

La nave spiega le vele del disamore, pronta a lasciare il porto sicuro e navigare per mari di certo non privi di correnti seguaci del dubbio. Per la prima volta Tommaso muove lo sguardo oltre il visibile, là nella casa della verità disabitata da tempo c’è ancora un pezzo di vita che lo riguarda. Si sveglia soggetto-protagonista a cui spettano di diritto le scelte prima che si trasformino in fatti senza approvazione.
I giorni lontano da Irene svestono le sicurezze del piccolo uomo Tommaso che riconosce tutti i sintomi dell’abbandono: mai più nulla, mai più nessuno lo riporterà in vita da quel letargo depresso. Lo attendono giorni vagabondi tra passeggiate senza meta con la mente affollata di “forse”.

Una bancarella antiquaria dell’annuale Fiera di Ottobre lo trattiene quel minuto in più che da sempre sovverte le regole già sottoscritte.
Un ritratto lo scuote dal torpore ad occhi aperti: è lei, la riconosce, la ricorda. Un volto evaso dall’oblio umano, ma forse è solo la proiezione di un sogno andato a male,Tommaso continua a perdersi nelle vertigini che aggravano il disagio anziché curarlo. Il giro di boa lo porta sulle colline sanremesi dove il respiro ritorna a brillare nell’antico borgo di Bussana Vecchia, distrutto dal terremoto anni fa, oggi oasi felice di una comunità di artisti. Allieva e maestra è stata la Terra che dal suo tremore si è rialzata ansiosa di dare un nome alle crepe per poi riconoscerle al primo agguato alla pace.

Le debolezze di Tommaso sono preda di vecchi amori risorti nell’illusione che riportarli alla luce sia il giusto prezzo per “l’inizio di ogni cosa”.

Riparte da ieri chi precipita nell’errore. Il morboso attaccamento ai ricordi confonde perfino la stella più grande dell’Universo che, a tramonto concluso, non sa più se sia il caso di sorgere ancora. Di nuovo.

In una storia d’amore l’io riflesso nell’altro vive di vita propria, pertanto, chi o cosa può far smettere di brillare alla fine di una relazione?

È bastata l’assenza di un affetto considerato essenziale a fare ordine nell’anima sopraffatta dalla paura di perdere per inerzia.
Prima regola, mai perdonare il ritardo al primo appuntamento con sé stessi perché il tempo si vendica e non ritorna con gli occhi bassi.
Nessuno regalerà ai tanti sconosciuti Tommaso la possibilità di riscrivere in bella copia la storia manomessa da un uomo assente a sé stesso.

Spesso è solo da noi stessi che dobbiamo guarire. Niente più“.

Un esito felice per la mossa letteraria di Luca Ammirati che, nella scrittura del suo romanzo, ha adottato la narrativa in prima persona dalla fortissima identità emozionale. Se così non fosse stato, avremmo letto una storia fotocopia di molte realtà invisibili a occhio nudo.

sara

Credit Sperling & Kupfer