Angelo Di Martino eletto nuovo presidente di Confindustria Catania: con lui il nuovo direttivo

Angelo Di Martino eletto nuovo presidente di Confindustria Catania: con lui il nuovo direttivo

CATANIA- Cambio al vertice in Confindustria Catania, con la ratifica del nuovo presidente Angelo Di Martino e dei suoi vice. Il neoeletto numero uno è stato l’unico designato all’elezione durante l’assemblea generale del 12 aprile scorso. Ospiti d’eccezione per la cerimonia di investitura, il ministro per le Imprese e il made in Italy (padovano di nascita ma originario del territorio etneo) Adolfo Urso, del commissario straordinario del Comune di Catania Piero Mattei, del presidente di Confindustria Sicilia Alessandro Albanese, del vicepresidente di Confindustria per l’Organizzazione il marketing e lo sviluppo Alberto Marenghi.

 

Il neopresidente

Angelo Di Martino è presidente dell’omonimo gruppo, famoso nel mondo di trasporti, logistica e automotive, tantissimi lavoratori al suo cospetto; nel 2009 è stato insignito dell’onorificenza di commendatore al merito della Repubblica. Di Martino, non è alla prima esperienza all’interno del mondo di Confindustria: presidente della sezione Trasporti, presidente del Comitato provinciale piccola industria, vicepresidente vicario dello stesso organismo, senza dimenticare la sua esperienza all’interno di Anita (Associazione delle imprese industriali di trasporto merci), in qualità di consigliere e vicepresidente.

I vicepresidenti

Il nuovo direttivo di Confindustria Catania

I vicepresidenti eletti invece sono stati: Gaetano Vecchio (Cosedil) come vicepresidente vicario, col ruolo di tesoriere Santi Finocchiaro (Dolfin), Lucio Colombo (STMicroelectronics NV), Salvo Gangi (COVEI), Miriam Pace (Plastica Alfa) ed Eliano Russo (Gruppo Enel).

I vicepresidenti di diritto sono ancora Antonio Perdichizzi (Isola), presidente del Comitato provinciale Piccola Industria e Fabrizio Fronterrè (Alfa Africa), presidente del Gruppo Giovani di Confindustria Catania.

 

 

Le dichiarazioni di Di Martino

Insieme alle forze sociali della città , occorre definire un vero e proprio masterplan per il territorio che non guardi solo alle urgenze ma esprima una visione per la Catania del futuro. Non esistono politiche di sviluppo , che lascino nell’abbandono il cuore produttivo della nostra economia. Serve una programmazione sistematica degli interventi anche con fondi ad hoc dal bilancio regionale ;è inaccettabile che ricadano sulle spalle dei siciliani costi sproporzionati e insostenibili anche per i più brevi spostamenti. La realizzazione del ponte sullo Stretto è una scelta irrinunciabile e ci batteremo perché sia portata a termine. Dobbiamo individuare meccanismi che accelerino la spesa ed evitino la frammentazione in migliaia di progetti che non producono risultati.

Occorre fermare l’esodo delle nuove generazioni dalla Sicilia. Da imprenditori, abbiamo la responsabilità di offrire le loro giuste opportunità di crescita personale e professionale per costruire qui il loro futuro. Lavoreremo per connettere sempre più il mondo della scuola a quello delle imprese per dare vita a percorsi che siano in linea con le esigenze del mercato del lavoro”.

L’auspicio di Alberto Marenghi

Alberto Marenghi, vicepresidente per l’organizzazione, lo sviluppo e il marketing di Confindustria interviene  all’assemblea di Confindustria Catania avendo come interlocutore il neo eletto presidente Angelo Di Martino:

Lanciare un vero Masterplan per il territorio che non si fermi alla gestione delle emergenze, ma esprima una visione di lungo periodo per la Catania di domani, è un atto importante nel primo giorno del proprio mandato. Attraversiamo una fase complessa e ancora densa di incertezze, ma il Sud ha voglia di fare, con una cultura di impresa diffusa, con l’orgoglio e la spinta ad andare avanti. Questa provincia ha un potenziale enorme, primeggia in tanti settori, a partire dall’agricoltura, il farmaceutico, al terzo posto per specializzazione, con una crescita importante del numero addetti nell’ultimo triennio. Senza tralasciare la presenza di multinazionali, il cui impatto sui territori è significativo. Serve un modello di sviluppo che faccia perno sulla partnership pubblico-privato, sul sostegno che il mondo delle imprese può dare a tutti”.