Nuovo Codice Appalti, cosa cambia: rischi e benefici per le opere pubbliche – INTERVISTA

Nuovo Codice Appalti, cosa cambia: rischi e benefici per le opere pubbliche – INTERVISTA

ITALIAA partire dal 1° luglio 2023, il Codice dei contratti pubblici precedente sarà abrogato e sostituito con nuove norme (clicca qui). Tuttavia, l’applicazione delle nuove norme avverrà gradualmente. La riforma del Codice dei contratti pubblici è stata approvata nel Consiglio dei Ministri del 28 marzo 2023. È importante notare che le nuove norme saranno implementate in modo progressivo, il che significa che ci sarà un periodo di transizione durante il quale le vecchie norme e le nuove norme saranno applicate contemporaneamente. Ciò darà alle parti interessate il tempo necessario per adeguarsi alle nuove disposizioni e per comprendere appieno le loro implicazioni. In ogni caso, è importante attendere la pubblicazione del testo definitivo in Gazzetta Ufficiale entro la giornata di oggi.

Digitalizzazione e semplificazione sembrano essere i punti cardine del nuovo Codice, denominato Codice Salvini, ma come hanno accolto le modifiche gli osservatori e i professionisti del settore?

Il presidente dell’Autorità anticorruzione Anac, Giuseppe Busia, ha messo in guardia sul rischio di favoritismi nelle gare d’appalto con un valore inferiore a 150mila euro. Secondo Busia, in queste situazioni potrebbe succedere che venga scelta l’impresa più vicina o quella legata da relazioni personali, anziché quella più qualificata. Questo tipo di scelta potrebbe incoraggiare pratiche di corruzione e creare precarietà lavorativa. La Cgil ha espresso preoccupazione per l’eventuale aumento di cartelli e corruzione, mentre Salvini ha sostenuto che velocizzare i processi di appalto potrebbe contribuire a ridurre la corruzione, nonostante la Cgil abbia deciso di scioperare. Antonio De Caro, il presidente dell’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (Anci), ha dichiarato che in Italia ci sono 8mila sindaci e che non tutti sono disonesti. Inoltre, ha aggiunto che non è possibile interrompere le procedure di gara a causa della possibilità di rischi potenziali. Secondo De Caro, coloro che commettono errori dovrebbero essere ritenuti responsabili e i sindaci non hanno il potere di gestire gli appalti.

L’intervista a Rosario Fresta, ANCE Catania

Un importante passo in avanti, sebbene registriamo la presenza di criticità che potranno comunque essere oggetto di correzione. Abbiamo registrato l’apertura del Governo e del Ministro all’ascolto delle istanze“. Sul nuovo codice degli appalti NewSicilia.it ha intervistato Rosario Fresta, presidente dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili, (Ance) Catania.

Quali sono le disposizioni più importanti del nuovo codice?

Abbiamo accolto con favore le modifiche su illecito professionale, su cui abbiamo richiesto una maggiore tipicizzazione per eliminare il rischio di eccessivi margini di discrezionalità alle stazioni appaltanti. Accolte con favore anche le disposizioni sulla revisione prezzi per la quale riteniamo sia comunque necessario un meccanismo automatico perché sia effettivamente efficace. Bene la previsione che consente all’esecutore di fatturare sulla base dello stato di avanzamento e non necessariamente sul certificato di pagamento. Bene la divisione in lotti perché va incontro alle esigenze delle piccole e medie imprese”.

Rosario Fresta, Presidente Ance Catania

Quali criticità non sono state risolte?

Prima fra tutte la concorrenza. Per i bandi sotto soglia comunitaria, fino al limite di 5,3 milioni il nuovo Codice prevede il ricorso alla gara se non in chiave derogatoria, ereditata dal decreto semplificazioni e dall’emergenza nata dalla Pandemia. Dobbiamo ipotizzare che in procedura negoziata senza bando si andrà per urgenze particolari, resta invece aperto il tema concessionari dei settori esclusi che con questo nuovo Codice potranno fare il 100% dell’in house. Le attuali previsioni in particolare nei settori speciali di fatto potrebbero sottrarre al mercato il 36% del volume dei lavori pubblici. Tuttavia riteniamo che attraverso un confronto continuo queste criticità saranno affrontate e risolte entro la data di piena attuazione del Codice Quanto al subappalto a cascata, sebbene un istituto in ossequio alle norme europee, va comunque limitato, come sembra prevedere il testo“.

Quando i benefici saranno tangibili?

Sicuramente il nuovo Codice spinge molto sulla digitalizzazione e per un’accelerazione, riducendo a due, anziché tre i livelli della progettazione, rafforza la disciplina del soccorso istruttorio. Come operatori chiamati in fase di esecuzione non escludiamo che qualche correttivo potrà esserci per renderla più agevole. Importante sarà la gestione del periodo cosiddetto transitorio per la complessità e le criticità che si presentano tradizionalmente nella disciplina dei contratti pubblici, caratterizzata da un iter procedimentale articolato per fasi, per cui importante sarà definire la linea di discrimine tra vecchia e nuova disciplina, con il distinguo tra entrata in vigore e quella di efficacia delle norme“.

Infine sulla situazione Catanese, Fresta sottolinea: “Con riferimento al settore delle OO.PP. e in particolare alle risorse del PNRR le problematiche della nostra realtà non credo si discostino molto da quelle del resto d’Italia, con una Pubblica Amministrazione in affanno per le carenze di organico. Il PNRR è legato alla capacità della P.A. di condurre i progetti prestabiliti dall’U.E. Non dimentichiamo che veniamo da un decennio di blocco del turn over che ha ridotto il personale e, come sottolineato dalla stessa Corte dei Conti, è difficile portare avanti misure complesse con personale ridotto o non stabile“.