Giallo sulla morte di Armando Palmieri: il pentito avrebbe dovuto deporre nel processo sulle stragi

Giallo sulla morte di Armando Palmieri: il pentito avrebbe dovuto deporre nel processo sulle stragi

PALERMO – Nuovi sviluppi in merito alla morte di Armando Palmeri, il pentito trovato morto ieri a Palermo sulla strada che conduce al Baglio della Luna, tra Partinico e Alcamo. La vittima avrebbe dovuto deporre in tribunale a Caltanissetta, il prossimo 20 marzo, nell’ambito del processo relativo alle stragi mafiose del ’92. Si sarebbe dovuto svolgere in quell’occasione un confronto con l’ex chirurgo alcamese Baldassare Lauria, il cui nome sarebbe stato fatto proprio da Palmeri, durante una delle sue dichiarazioni. A detta del pentito, Lauria avrebbe partecipato ad almeno tre incontri nella primavera del ’92, tra Castellammare del Golfo ed Alcamo, tra esponenti mafiosi e membri dei servizi segreti: di lì a poco sarebbero poi avvenute le stragi di Capaci e via D’Amelio.

Per fare luce sul misterioso decesso del collaboratore di giustizia, è stata disposta l’autopsia: si terrà lunedì all’istituto di medicina legale del Policlinico di Palermo. 

Chi era la vittima: il suo legame con la mafia

Era l’ex autista del boss Vincenzo Milazzo e ancora non è chiaro se la morte sia avvenuta naturalmente o sia stata causata. Sul caso stanno indagando i carabinieri del Nucleo Investigativo di Palermo. L’uomo è deceduto a 62 anni, ha testimoniato al processo ‘Ndrangheta stragista che si è tenuto a Reggio Calabria e in quello sui mandati delle stragi di Falcone e Borsellino, processo in cui è stato condannato Matteo Messina Denaro. Palmeri – tra le tanti dichiarazioni – parlò di tre incontri, tenutesi nel ’92, tra gli uomini dei Servizi segreti e il capomafia Vincenzo Milazzo.

Le dichiarazioni di Armando Palmeri

Durante le sue dichiarazioni, Palmeri ha raccontato che Milazzo voleva svincolarsi da Riina e Provenzano. Milazzo e Riina si incontrarono nella casa del Capo dei capi a Mazara del Vallo per “discutere“. Quando Riina venne arrestatoMilazzo festeggiò con i suoi uomini, a quel punto Riina decise di ucciderlo  insieme alla fidanzata: a questo omicidio pare partecipò anche il boss Matteo Messina Denaro.

Condanna Matteo Messina Denaro

Il boss Matteo Messina Denaro è stato condannato all’ergastolo – in primo grado – come mandante delle stragi del 1992 di Capaci e via DAmelio costate la vita ai giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e agli agenti di scorta. Il boss, negli ultimi processi, non ha presenziato in aula. Durante l’udienza la sedia dell’Imputato è sempre rimasta vuota.