“Quel luogo a me proibito” di Elisa Ruotolo

“Quel luogo a me proibito” di Elisa Ruotolo

Basterà andare indietro di una generazione per entrare nella storia che stiamo per raccontare. Dal consenso di una finestra, ci troviamo di fronte ad un quadro domestico avaro d’amore, eppure gli elementi abilitati a darlo ci sono tutti. Si chiama famiglia. Una catena di mani nutrite dallo stesso sangue non riesce a credersi foglia di un unico ramo.

La voce narrante del romanzo “Quel luogo a me proibito” di Elisa Ruotolo, sfoga il suo intimo ingombro per troppo tempo represso.

Il Sud, la terra del pregiudizio, non sembra aver fretta di liberarsi dalle rughe dei costumi che nella norma morale hanno fatto casa. Le nonne hanno ancora sulla pelle la scìa delle violenze subite, impressa come il parassita di una pesca che ne ha divorato la polpa succosa. Tutto questo non dovrà succedere a Elisa, nata e cresciuta in un contesto familiare avulso da ogni forma di tenerezza. Una cintura di ferro la protegge dal peccato affamato di creature che, come lei, dormono sopra cuscini imbottiti di sensazioni indomabili. Se solo Elisa avesse ereditato il graffio vitale della nonna materna, una donna dalla personalità incurante di precipitare nel pantano dove la dignità annega felice.

Arrossire viene considerato un pregio misto a un privilegio riservato al viso impregnato di pudore. Dall’infanzia all’adolescenza, poi il salto all’età adulta segna un percorso educativo amaro.

li anni Ottanta e Novanta sono ancora restii ad accettare l’evoluzione della società, i cambiamenti dei valori, il sipario culturale continua a cambiare vestito, sebbene l’essere umano coltivi l’illusione di piantare radici su ciascuno dei principi morali.

In tempi e luoghi separati, una nonna e una ragazzina ostentano ogni vezzo femminile sfuggito alla sorveglianza. La testa pensante dai capelli bianchi ha cresciuto da sola una figlia lontano dai dogmi stabiliti dalla società. Nicla, l’amica, la ragazzina, quattordici anni di farfalla libera di vivere da donna i suoi rapporti con l’altro sesso.

Al mondo non si sta composti , si sta vivi: questo avevano sempre evitato di dirmelo“.

Nicla, personaggio di serie B della storia, Nicla madre adolescente corre senza freni sulla pelle schiava degli impulsi.

Amore era questo: una vulnerabilità più grande.
A farne a meno saremmo più duraturi, ma noi non siamo fatti per durare, per questo ci innamorato. Per questo lui arriva, ci trova, ci apre e alla fine ci inchioda al nostro legno“.

Comincia la simulazione interiore di una donna che la porterà davanti al cancello dell’intimità. Elisa, un manichino sterile affacciato al balcone delle esperienze non sue, conta le lacune che nessuno della famiglia ha intenzione di voler colmare. L’ onore di una ragazza si misura in un vuoto che tale deve rimanere, nascosto all’animale uomo sedotto dalla replica di uno sguardo.

Ci vuole poco alla metamorfosi secondo cui ogni domani miete lacerazioni capaci di sovvertire il sogno.

La giovane figura femminile della storia sfida la castità con un uomo, che nel tempo si rivelerà schermo contro cui sbattere una per una tutte le sue privazioni sentimentali.

Il desiderio vietato l’ha portata a chiedersi se il turbamento sessuale fosse oltraggio alla virtù esposta al pericolo. Lui si chiama Andrea, ha 42 anni, nessuna montagna esistenziale da scalare.

Dal sesso, Andrea, ha imparato e vissuto le lezioni dalla cattedra di una gonna libera di ondeggiare dove il vento la chiama per nome, quando il piacere la desidera.

Chi siamo veramente, la reale misura dell’umano non sono dati dal rapporto tra pari. È il riguardo per chi è più debole a qualificarci. Il nostro essere perbene è dimostrato dallo scrupolo con cui tocchiamo chi è diverso, svantaggiato, oppure semplicemente nel bisogno. Insomma, da come sappiamo dosare la nostra forza in esubero e dal tipo di potere che esercitiamo, alla fine.

Quel luogo a Lei proibito è stato educato al freno bigotto che ha trasformato il vulcano in cenere. A nulla sono valse le fantasie suggerite dalle letture che a malapena sono riuscite a trattenere le urgenze dei sensi, fu troppo tardi quando il dramma psicologico si trovò sulle tracce della preda bianca come la neve.

Al sud il sesso resterà argomento da censura per molto tempo ancora. Quando un Andrea qualunque incontrerà la bellezza vergine di Elisa, chiederà tempo alla pazienza esausta di tanto pudore. Elisa ha reso muta la voce della donna che non è stata, per poi ritrovarsi in guerra con il controllo emozionale della sessualità chiuso a chiave.

Una malattia dell’anima indotta e non curata per togliere capacità di parola al pubblico giudizio. Sotto accusa, resta il furto degli anni dirottati nella corsia delle occasioni perdute.

sara