Tra soccorsi e un morto, più di 1.000 migranti in 24 ore e più di 17 sbarchi a Lampedusa

Tra soccorsi e un morto, più di 1.000 migranti in 24 ore e più di 17 sbarchi a Lampedusa

AGRIGENTO – Nella notte sono avvenuti 17 sbarchi di migranti a Lampedusa, per un totale di 705 persone. Mentre ieri sono state soccorse 470 persone a bordo di 13 piccole barche. Complessivamente, in meno di 24 ore, sono sbarcati oltre 1.100 migranti, inclusi donne e minori, provenienti da diverse parti del mondo, tra cui Ciad, Siria, Sudan, Yemen, Senegal, Mali, Guinea, Burkina Faso, Camerun, Costa d’Avorio, Liberia e Gambia. Tutti i gruppi sono stati trasferiti nell’hotspot di contrada Imbriacola. Secondo i migranti, tutti sono partiti da Sfax, in Tunisia, e hanno incontrato difficoltà durante la traversata a causa del mare agitato.

Ieri nel tardo pomeriggio si è verificato un naufragio al largo di Lampedusa, il secondo nella stessa area in poche ore. Una barca di 8 metri, partita dalle coste tunisine, si è capovolta ed è affondata. Durante l’operazione di soccorso, la motovedetta Cp324 della Capitaneria di Porto ha salvato 20 migranti provenienti da Camerun e Costa d’Avorio e ha recuperato il corpo di una giovane donna. I sopravvissuti e il corpo sono stati portati a Lampedusa alle 2,20 circa della notte scorsa. Sempre nella stessa giornata, un’altra barca si è capovolta e la Guardia Costiera e la Guardia di Finanza hanno salvato 38 migranti, tra cui undici donne e un minorenne.

Il naufragio del 2016

Ancora oggi, il naufragio avvenuto il 3 ottobre 2013 è considerato una delle peggiori catastrofi marittime del Mediterraneo degli ultimi anni. L’imbarcazione, lunga circa 66 piedi (20 metri), era partita dal porto libico di Misurata il primo ottobre 2013, con a bordo migranti provenienti dall’Eritrea e dall’Etiopia. Quando la barca era giunta a circa mezzo miglio dalle coste di Lampedusa, i motori si sono bloccati e per attirare l’attenzione delle navi che passavano, l’assistente del capitano ha agitato uno straccio infuocato producendo molto fumo.

Parte dei passeggeri si è spostata da un lato dell’imbarcazione, causando il ribaltamento della barca che ha girato su sé stessa tre volte prima di affondare. Numerose imbarcazioni civili e pescherecci locali hanno notato i naufraghi e hanno dato l’allarme. Le prime operazioni di recupero hanno portato al ritrovamento di 194 cadaveri, e il numero delle vittime a quel momento era stimato tra 325 e 363 individui. Altri 108 corpi sono stati recuperati entro il 9 ottobre, quando è stato possibile accedere alla parte interna dello scafo dell’imbarcazione, che poggiava sul fondo a circa 47 metri sotto la superficie dell’acqua.

Il numero dei corpi recuperati è stato di 302, di cui 210 appartenevano a uomini, 83 a donne e 9 a bambini. L’11 ottobre, tutti i corpi sono stati recuperati dal vascello, e il numero dei morti è arrivato a 339, mentre circa 50 corpi erano ancora dispersi. Ulteriori corpi sono stati trovati e recuperati il 12 ottobre, portando il totale delle vittime accertate a 366.

Secondo le dichiarazioni di alcuni sopravvissuti, il barcone avrebbe avuto a bordo 518 persone, ma la somma dei 155 superstiti e dei 366 corpi recuperati dà un totale di 521, a cui potrebbero essere aggiunti ulteriori dispersi. Secondo la testimonianza di un superstite, le persone a bordo erano invece 545, in massima parte eritrei.