L’I.C. “San Giorgio” di Catania promotore di cultura e legalità con “Cent’anni di cose nostre” – INTERVISTE E FOTO

L’I.C. “San Giorgio” di Catania promotore di cultura e legalità con “Cent’anni di cose nostre” – INTERVISTE E FOTO

CATANIA – Un’attenta platea di giovanissimi, affascinati ed emozionalmente catturati da una tematica fortemente sentita, espressa in parole, musica e immagini, sono stati i ragazzi – circa settanta – delle terze classi di scuola secondaria di primo grado dell’Istituto Comprensivo “San Giorgio” di Catania che stamane, supportati dai loro docenti, hanno ripercorso un secolo di storia del fenomeno mafioso.

Tutto questo grazie a un lavoro multimediale comprensivo di un romanzo, un CD musicale del cantautore Gregorio Lui e il supporto di un videoclip del regista Salvo Campisano: “un modo di raccontare in parole, musica e immagini diversi aspetti magari meno noti di un fenomeno ambiguo e onnipresente come quello mafioso“. Le diapositive con immagini rappresentative, le melodie della chitarra e le articolate dissertazioni degli accadimenti salienti hanno accompagnato i giovani studenti in un excursus temporale di cento anni di storia della mafia, comprensivo delle sue origini, del suo sviluppo e trasformazione. Durante la narrazione hanno fatto capolino anche temi come l’antimafia, il ruolo dei Media, della Chiesa e di tutte quelle libere associazioni nate in seno alla società civile, per opporsi alla prepotenza mafiosa.

Ospite dell’incontro-presentazione l’autore del progetto, lo scrittore e giornalista Concetto Sciuto, con il suo lavoro editoriale “Ma’afir: cent’anni di cose nostre” edito da GAEditori. “L’obiettivo finale – ci racconta l’autore – è la diffusione della cultura della legalità soprattutto tra le nuove generazioni”. “Le canzoni di Gregorio Lui – continua Concetto Sciuto – fanno da ‘supporto’ musicale, veicolando il messaggio anche attraverso un potente mezzo come la musica, che sappiamo essere di grande appeal tra i ragazzi“.

Bersaglio colpito in pieno: la voce del cantautore ha ammaliato tutti i presenti; le parole delle sue canzoni hanno piacevolmente condotto chi ascoltava in una commossa e nel contempo inevitabile riflessione. Con l’immaginario dialogo tra Giuseppe Fava e Leonardo Sciascia  – che è contenuto nella parte finale del libro – Sciuto ha creato “un utile quanto originale pretesto per osservare il fenomeno mafioso da due prospettive letterarie diverse, attraverso i romanzi più famosi dei due scrittori siciliani“.

LE PAROLE DEL DIRIGENTE SCOLASTICO, PROF.SSA CONCETTA MANOLA

Da bambino ho visto più morti ammazzati che parchi giochi, avevo un sogno, anzi avevo tanti sogni ma più di tutto desideravo comprendere e denunciare cosa alimentasse e cosa alimenta ancora tanta violenza“, le parole di Concetto Sciuto sulla copertina del suo libro, “Ci riuscirò, almeno ci proverò“.

L’AUTORE, CONCETTO SCIUTO

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