Dibattito a scuola sulla mafia, Cracolici: “Coltivare la memoria per guardare al futuro con speranza”

Dibattito a scuola sulla mafia, Cracolici: “Coltivare la memoria per guardare al futuro con speranza”

AGRIGENTO – Antonello Cracolici, presidente della Commissione siciliana antimafia, ha dichiarato a Sambuca di Sicilia durante la manifestazione “Capaci di… legalità” promossa dall’amministrazione comunale del luogo, che coltivare la memoria significa guardare al futuro con speranza e superare i gravi errori commessi dal popolo siciliano. Egli ha evidenziato che è necessario che il territorio si liberi da un sistema di collusioni e infiltrazioni che ha permesso alla mafia di diventare forte.

Dopo la presentazione in piazza Della Vittoria di ciò che rimane dell’auto blindata Quarto Savona 15, che scortava il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti di scorta, il presidente ha visitato la mostra fotografica intitolata “L’eredità di Falcone e Borsellino” dell’ANSA, aggiornata con le ultime foto sulla cattura di Matteo Messina Denaro.

In seguito, è stato organizzato un dibattito con gli studenti al teatro comunale, al quale hanno partecipato varie figure importanti, tra cui il sindaco di Sambuca, Leo Ciaccio, il prefetto di Agrigento, Maria Rita Cocciufa, il procuratore della Procura di Sciacca, Michele Marrone. Durante il dibattito, Cracolici ha osservato che per molti anni la mafia è stata considerata un esempio da seguire, ma ora è il momento di isolare i mafiosi, facendo sentire loro la vergogna e costringendoli a nascondersi. Per distruggere la mafia, è necessario colpire con il carcere e le confische, ma soprattutto bisogna eliminare quel “mondo di mezzo” che ha agito come cerniera tra la mafia e lo Stato.

La marcia contro la mafia

Lo scorso 24 febbraio si è tenuto nel capoluogo siciliano un corteo contro la mafia, che l’arcivescovo di PalermoCorrado Lorefice, ha aperto con queste parole: “Siamo in marcia contro tutte le violenze, quella mafiosa come quella degli Stati. La violenza è sempre irrazionale. Noi crediamo alla irrazionalità della pace“.

L’iniziativa, organizzata dal centro Pio La Torre, si svolge a quaranta anni dalla marcia contro la mafia che rappresentò la prima forma di ribellione popolare allo strapotere di Cosa nostra nel comprensorio bagherese. Gli studenti di decine di scuole sono presenti, insieme a sindaci provenienti da tutta la Sicilia, esponenti politici, sindacati e numerosi cittadini.

La marcia ripercorre la strada del Vallone, dove i killer che avevano appena compiuto omicidi di mafia trovavano una via di fuga. Ad aprire il corteo, insieme a Lorefice, anche Vito Lo Monaco, presidente emerito del Centro Pio La Torre, che sottolinea l’importanza della legge che prende il nome di La Torre per la confisca dei beni mafiosi.

Presenti anche padre Cosimo Scordato e padre Michele Stabile, come nel 1983, quando alla guida della diocesi c’era il cardinale Salvatore Pappalardo.

In foto Antonello Cracolici