Palermo risponde presente al corteo romano contro l’abolizione del reddito di cittadinanza

Palermo risponde presente al corteo romano contro l’abolizione del reddito di cittadinanza

ROMAUn gruppo di disoccupati palermitani si è recato in autobus a Roma per manifestare contro l’abolizione del reddito di cittadinanza da parte del governo Meloni. La mobilitazione è iniziata a Palermo dopo l’annuncio del governo e diversi presidi, fino alla protesta davanti ai palazzi romani. L’organizzatore delle proteste, Davide Grasso, sostiene che il reddito di cittadinanza ha restituito la dignità sociale ai percettori, permettendo loro di evitare lo sfruttamento, il lavoro in nero e la criminalità organizzata. Secondo lui, l’abolizione del reddito di cittadinanza aumenterebbe la disuguaglianza sociale e la povertà. I manifestanti hanno esposto bandiere della Sicilia e uno striscione per sensibilizzare il governo sulle condizioni particolari dell’isola, tra le più colpite dall’alto tasso di disoccupazione e povertà in Europa. Toni Guarino, uno dei manifestanti, ha criticato il Movimento 5 Stelle e gli altri partiti italiani per aver abbandonato la causa della Sicilia e per non rappresentare adeguatamente i cittadini siciliani.

Abolizione del reddito di cittadinanza del Governo Meloni

Il governo Meloni ha annunciato l’abolizione del reddito di cittadinanza, una misura introdotta dal precedente governo M5S per fornire un sostegno finanziario ai cittadini italiani in condizioni di povertà e disoccupazione. La nuova amministrazione ha sostenuto che la misura non ha raggiunto i risultati sperati e che è stata troppo costosa per il bilancio statale.

Il governo Meloni ha proposto di sostituire il reddito di cittadinanza con un nuovo programma di sostegno al reddito chiamato “reddito di cittadinanza attiva”. Questa nuova misura avrebbe criteri di eleggibilità più restrittivi rispetto al reddito di cittadinanza e sarebbe incentrata sulla formazione e l’inserimento lavorativo dei beneficiari.

Inoltre, il governo Meloni ha proposto di introdurre misure per aumentare la partecipazione dei beneficiari del reddito di cittadinanza al mercato del lavoro, come l’obbligo di partecipare a programmi di formazione e l’incentivazione per i datori di lavoro che assumono beneficiari del reddito di cittadinanza.

Ci sono state reazioni contrastanti a queste misure, con alcuni sostenitori del governo che le vedono come necessarie per ridurre la spesa pubblica e per favorire l’occupazione, mentre altri critici sostengono che la nuova misura non fornisce un adeguato sostegno ai cittadini più bisognosi e che potrebbe peggiorare la situazione della povertà in Italia.

Con un martellante slogan di “Reddito, Lavoro, Dignità” scandito quasi senza sosta, si sono svolti cortei cittadini, nei mesi scorsi, in difesa del Reddito di Cittadinanza e contro lo sfruttamento schiavista del lavoro. Nei cortei c’erano tante donne e uomini percettori del sussidio, rappresentanti e attivisti di diverse organizzazioni, tra cui Disoccupazione Zero, il Comitato di Solidarietà Popolare “Graziella Giuffrida”, la Federazione USB Catania e ASIA USB, sempre più impegnata nel blocco degli sfratti per morosità non colpevole. C’erano anche il Centro Sociale Autogestito OfficinaRebelde, l’Associazione Femministorie, la Casa del Popolo “Colapesce”, l’ANPI, il collettivo Liberi Pensieri Studenteschi, il Movimento Universitario Autogestito, l’Associazione Comunista “Olga Benario”, l’Associazione “Su la Testa”, il Comitato catanese contro il caro vita, l’associazione Catania può e il gruppo “4 Punti per Catania”.