L’arresto del boss e l’omertà di Campobello, parla il sindaco di Castelvetrano: “Occorre maggior presenza dello Stato”

L’arresto del boss e l’omertà di Campobello, parla il sindaco di Castelvetrano: “Occorre maggior presenza dello Stato”

CAMPOBELLO DI MAZARA –Come vogliamo essere antimafiosi? Dobbiamo avere la consapevolezza di chi siamo e dove vogliamo andare; quando scegliamo dobbiamo farlo tra bianco o nero, perché la zona grigia è quella dove si annida la mafia. Certamente dobbiamo anche sapere cosa chiedere allo Stato, a partire da una maggiore presenza“.

Durante il dibattito “Possiamo sempre fare qualcosa“, organizzato dall’associazione Circolo Giovanni Gentile a Campobello di Mazara, il sindaco di Castelvetrano Enzo Alfano ha espresso la sua opinione sull’arresto del boss Matteo Messina Denaro avvenuto il 16 gennaio scorso.

L’intera comunità di Campobello, luogo dove Messina Denaro si nascondeva, è stata accusata di omertà.

Possiamo sempre fare qualcosa – ha spiegato il presidente dell’associazione Antonio Tavormina ora che Messina Denaro è stato preso, dobbiamo ragionare su come ripartire, valorizzando ciò che abbiamo. Tuttavia, lo Stato deve supportarci, anche agevolando chi vuole fare impresa“.

Inoltre, alla discussione hanno preso parte anche i sindaci di Campobello di Mazara e Partanna, il presidente del centro studi Dino Grammatico e in collegamento telefonico il comandante Alfa e Riccardo Maiorca, presidente del centro studi Paolo Giaccone.

RAPPORTO STATO-MAFIA

Fin dai tempi passati la mafia non è mai stata facilmente controllabile dall’autorità statale e, di conseguenza, ha lasciato spazio alle formazioni poliziesche private, reclutate dalle famiglie più potenti per risolvere numerose controversie nelle campagne e nelle città.

Col tempo, queste associazioni si emanciparono sempre di più fino a organizzarsi in bande, con strutture che si ispiravano ai modelli della massoneria. Fin dalla loro creazione, queste bande vennero considerate come veri e propri “stati nello stato“, per sottolineare quanto fosse ben strutturata l’organizzazione di queste società di malviventi.

La mafia italiana ha creato un canale d’infiltrazione all’interno degli organi di governo statali, non solo in Sicilia ma in tutta Italia, allo scopo di controllare i flussi di spesa pubblica e di nascondere le loro attività illegali.

La criminalità organizzata di cui sopra non è solo un fenomeno italiano, ma si è diffusa anche in America. Negli anni ’60 e ’70 sono stati compiuti numerosi sforzi per contrastare questa organizzazione statale parallela con la lotta all’abusivismo edilizio, alla crescita incontrollata delle periferie e al traffico di droga.

Due grandi nomi che rimarranno per sempre nell’immaginario collettivo come eroi che hanno saputo distinguersi da uno Stato corrotto e dalle organizzazioni mafiose sono Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.

La loro tragica morte è stata segnata come un momento sconvolgente nella storia del nostro Paese e ha visto molti siciliani solidali con i magistrati e le loro famiglie, contribuendo a contrastare il regime dell’omertà che la mafia aveva instaurato nel corso degli anni.

Fonte foto Facebook – Enzo Alfano Sindaco di Castelvetrano