Il Codacons contro l’aumento degli stipendi dei politici in Sicilia: presentato un esposto

Il Codacons contro l’aumento degli stipendi dei politici in Sicilia: presentato un esposto

SICILIA – Il disegno di legge in discussione alla commissione Affari istituzionali dell’Ars, che mira ad agganciare il gettone dei consiglieri comunali siciliani agli aumenti di stipendi di sindaci e assessori, ha suscitato le critiche del Codacons. L’organizzazione ha evidenziato come, in un periodo di crisi economica per molti siciliani, tali aumenti per i politici appaiano ingiustificati e sproporzionati. Sembra, inoltre, che il personale dei gruppi parlamentari all’Ars stia per ottenere anch’esso un aumento. Tutto ciò accade in un contesto in cui il Mezzogiorno italiano è in difficoltà economica, come testimonia il recente rapporto della Svimez, che vede l’aumento di 500mila nuovi poveri al Sud alla fine del 2022.

La disoccupazione giovanile in Sicilia è particolarmente allarmante, con un tasso regionale che supera il 28% e punte vicine al 50% in alcune zone. I parlamentari nazionali hanno deciso di bloccare l’aumento dei propri stipendi fino alla fine del 2025, prorogando la misura in vigore dal 2007, per far fronte alla crisi economica. Invece, in Sicilia, la spesa per i politici continua ad aumentare, passando da 10,45 a 11,2 milioni di euro. Il Codacons ha annunciato un esposto alla Corte dei Conti per verificare se ci siano sprechi di denaro pubblico a danno della collettività.

Il budget dell’Assemblea regionale siciliana, che nel 2020 ammontava a oltre 260 milioni di euro, è costituito principalmente dai trasferimenti della Regione Siciliana (137 milioni di euro) e dal fondo cassa dell’esercizio precedente (80 milioni di euro). Le principali voci di spesa riguardano il personale in quiescenza (circa 48 milioni di euro), le pensioni degli ex deputati (16,6 milioni di euro), il trattamento economico degli attuali 70 deputati (10,4 milioni di euro) e i gruppi parlamentari (quasi 6 milioni di euro). Sono anche previsti quasi tre 3 milioni di euro per le consulenze dei deputati con incarichi istituzionali. Spetterà alla Corte dei Conti valutare se tali spese siano appropriate o se ci sia uno spreco di denaro pubblico.

Finanziaria, arriva l’ok dall’Ars sull’aumento degli stipendi dei sindaci siciliani

La Regione Sicilia si allinea con il resto d’Italia riguardo alle indennità per i sindaci e gli amministratori degli enti locali. L’Assemblea regionale siciliana ha approvato un emendamento del governo Schifani che stanzia 6 milioni di euro per adeguare i compensi degli amministratori a quelli del resto del paese, in base alla normativa nazionale. Queste risorse coprono il 70% degli aumenti per i sindaci e gli amministratori dei 391 comuni siciliani, a partire dal 1° marzo. Il nuovo stipendio dei sindaci dipenderà dalla popolazione del Comune e varierà da un minimo di 2.208 euro a un massimo di 13.800 euro.

Tuttavia, i deputati del Movimento 5 Stelle hanno chiesto fondi maggiori per coprire il 100% degli aumenti e hanno votato contro l’emendamento del governo. Ieri mattina, il governatore Renato Schifani aveva assicurato alla delegazione dell’ANCI Sicilia che il governo sarebbe intervenuto. Anche il presidente dell’ARS Gaetano Galvagno aveva dato rassicurazioni in merito durante un incontro.

Passa la norma sull’aumento del sussidio ai precari Asu

La legge di stabilità che aumenta le ore di lavoro fino a 36 settimanali è stata approvata dall’Assemblea Regionale Siciliana (Ars) (articolo 6). Ciò comporterà un aumento del sussidio per oltre 3.500 precari Asu che lavorano nei beni culturali e negli enti locali, ad eccezione di quelli del privato sociale. Tuttavia, il governo è stato sconfitto su due sub-emendamenti presentati dalle opposizioni che obbligano il governo a stanziare i fondi non solo per il 2023, ma anche per il 2024 e il 2025 per gli Asu dei beni culturali e degli enti locali. I sub-emendamenti sono stati approvati con 29 voti a favore e 26 contrari per il primo e 31 a favore e 30 contrari per il secondo.

Il capogruppo della Dc all’Ars, Carmelo Pace, ha dichiarato che è soddisfatto dell’approvazione della norma Asu e ha sottolineato l’importanza della volontà del governo di stabilizzare questi precari che aspettano da troppo tempo. La norma riguardante gli ex Pip è stata anche approvata con un finanziamento di 48 milioni di euro per il triennio 2023-2025 per adeguare le indennità dell’Istat.

Cateno De Luca aveva dichiarato che la questione dell’integrazione oraria degli ASU riguarda anche il personale degli enti locali e che è necessario garantire una soluzione che eviti conflitti tra categorie. Aveva richiesto che l’integrazione fosse estesa a tutti i lavoratori e che fosse garantita una copertura finanziaria triennale per garantire la continuità del servizio.

Si lavora anche per la stabilizzazione dei precari nella sanità

I rappresentanti dei sindacati hanno tenuto un incontro con l’assessore regionale alla Salute per stabilire criteri chiari e priorità per le aziende sanitarie per stabilizzare il personale precario della sanità e aumentare le indennità per i lavoratori del pronto soccorso. L’obiettivo principale dell’incontro era stabilire criteri per l’assunzione a tempo indeterminato di tutti i tipi di precari nel servizio sanitario regionale. I sindacati hanno chiesto che vengano adottati criteri che diano la priorità ai lavoratori che hanno avuto un contratto a tempo determinato per più tempo. La norma per il personale sanitario e gli operatori socio-sanitari con anzianità di 36 e 18 mesi esiste già, ma per il personale tecnico e amministrativo che ha superato la selezione d’ingresso, si dovrà attendere l’approvazione.

Foto di repertorio