Legge di stabilità, passa all’Ars la norma sull’aumento del sussidio ai precari Asu

Legge di stabilità, passa all’Ars la norma sull’aumento del sussidio ai precari Asu

PALERMO – La norma del disegno di legge stabilità che aumenta le ore di lavoro fino a 36 settimanali è stata approvata dall’Ars (articolo 6). Ciò significa un aumento del sussidio per oltre 3.500 precari Asu impegnati nei beni culturali e negli enti locali, esclusi quelli del privato sociale. Tuttavia, il governo è stato sconfitto su due sub-emendamenti delle opposizioni, che obbligano il governo a stanziare i fondi non solo per il 2023 ma anche per il 2024 e il 2025 per gli Asu dei beni culturali e degli enti locali.

Il primo sub-emendamento è stato approvato con 29 voti a favore e 26 contrari, il secondo 31 a favore e 30 contro. Il capogruppo della Dc all’Ars, Carmelo Pace, ha dichiarato di essere soddisfatto per l’approvazione della norma Asu in aula e ha sottolineato l’importanza della volontà del governo di procedere con la stabilizzazione di questi precari che aspettano da troppo tempo.

Successivamente, è stata approvata la norma riguardante gli ex Pip, con un finanziamento di 48 milioni di euro per il triennio 2023-25 necessari per adeguare l’Istat delle indennità.

La nota nel pomeriggio di Cateno De Luca

In merito all’articolo 6 che tratta l’integrazione oraria del personale ASU utilizzato dal Dipartimento regionale dei Beni Culturali e dell’identità siciliana, abbiamo chiesto che l’integrazione sia estesa a tutti i lavoratori, ma è fondamentale che sia garantita la continuità del servizio tramite una copertura finanziaria triennale. Sollecitiamo la creazione di una soluzione che eviti un conflitto tra categorie che non ci rappresenta”.

“La questione della triennalità è stata posta per garantire la continuità dei servizi. Non possiamo accettare soluzioni temporanee e poi affrontare di nuovo il problema delle risorse l’anno successivo. Questo tema riguarda anche il personale ASU impegnato presso gli enti locali. Se il governo ha garantito la copertura finanziaria triennale per altre categorie di lavoratori, non si comprende perché la categoria degli ASU debba essere esclusa. Non è accettabile che ci sia una distinzione tra situazioni di precariato trattate in modo diverso da questo governo“.

Incontro per la stabilizzazione dei precari nella sanità

Stiamo progredendo verso la creazione di un protocollo che mira a stabilizzare il personale precario della sanità e a incrementare le indennità per i lavoratori del pronto soccorso“, queste le parole di Gaetano Agliozzo e Antonio Trino della Fp Cgil, Paolo Montera e Marco Corrao della Cisl Fp, Salvatore Sampino e Pippo Piastra della UilFpl, a seguito dell’incontro tra i sindacati e l’assessore regionale alla Salute Giovanna Volo.

Obiettivo principale dell’incontro era quello di stabilire criteri chiari e priorità per le aziende sanitarie per garantire l’assunzione a tempo indeterminato di tutte le tipologie di precari nel servizio sanitario regionale, come previsto dalle leggi vigenti e in base alle previsioni di personale. “Abbiamo chiesto – affermano i sindacati – che vengano adottati criteri che diano la priorità ai lavoratori che hanno avuto un contratto a tempo determinato per più tempo“.

Per il personale sanitario e gli operatori socio-sanitari con anzianità di 36 e 18 mesi, la norma esiste già – precisano Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl – mentre per il personale tecnico e amministrativo che ha superato la selezione d’ingresso, dovremo attendere l’approvazione del decreto Milleproroghe. Inoltre – aggiungono le organizzazioni sindacali – occorrerà verificare se c’è spazio all’interno del fabbisogno per il personale sanitario, tecnico e amministrativo assunto con il ‘click day’. Speriamo che già al prossimo incontro si possano definire i criteri e che il tavolo tecnico lavori con impegno per trovare una soluzione definitiva“.

La seconda questione discussa al tavolo riguardava la firma di un protocollo regionale per aumentare l’indennità di Pronto soccorso in base all’articolo 107 del Ccnl sanità 2019-2021. “Questa indennità è stata erogata, ma non da tutte le aziende sanitarie ed ospedaliere, solo a titolo di acconto per un importo di 40 euro. Abbiamo chiesto di verificare le somme disponibili e le unità interessate, al fine di aumentare l’importo a 100 euro al mese“.