“Sindrome Italia” e il racconto delle cicatrici della migrazione femminile

“Sindrome Italia” e il racconto delle cicatrici della migrazione femminile

Sul palco di “Spazio Bis“, la nuova sala teatrale nata da un’ala della scuola di formazione e produzione teatrale “Buio in Sala”, all’interno del centro polifunzionale Leonardo Da Vinci, va in scena la storia della badante rumena Vasilica che, dopo aver curato le persone, si lecca le ferite della sua anima.

Sindrome Italia o delle vite sospese” è il primo spettacolo ospite della rassegna “Sguardi”, ideata e diretta dagli attori Massimo Giustolisi e Giuseppe Bisicchia, che in un intenso atto unico per mano della brava Tiziana Francesca Vaccaro, autrice del testo e della regia, mette a nudo le cicatrici della migrazione e di una femminilità in lotta.

Sulla scena si consumano ricordi sbiaditi e un futuro non futuro solamente immaginato, che però permette “qualcosa e qualcos’altro“.

È la storia di una e di mille badanti attraverso un viaggio nelle condizioni psicologiche, lavorative e sociali di tutte quelle donne giunte nel nostro Paese per assistere i nostri familiari per un teatro d’inchiesta sviluppatosi su un lavoro di indagine lungo un anno, tra materiale scientifico e testimonianze dirette.

Una messa in scena intima che, sulle musiche di Andrea Balsamo, il visual concept e le luci di Eleonora Deiana con il tutoraggio di Elsa Bossi in collaborazione con “Qui e Ora” di Milano, descrive tutta la solitudine di Vasilica racchiusa in una lettera che racconta i dieci anni di lontananza dai propri figli e dalla propria terra.

Una pagina di teatro in cui la catanese Tiziana Francesca Vaccaro, seconda classificata al Premio Ipazia per la Drammaturgia nel 2019, interpreta senza giudicare ma lascia allo spettatore il compito di capire cosa si nasconde nelle pieghe più buie dell’anima di tutte quelle donne che pian piano si trasformano in qualcosa di diverso rispetto a quello che erano prima di approdare in Italia.

CC