“Violenza di genere”: all’Istituto “Carlo Gemmellaro” di Catania dibattito con Amnesty International sulla campagna “Io lo chiedo”

“Violenza di genere”: all’Istituto “Carlo Gemmellaro” di Catania dibattito con Amnesty International sulla campagna “Io lo chiedo”

CATANIA – Nell’ambito delle attività dedicate alla giornata contro la violenza sulle donne, il 23 novembre le classi quarte dell’Istituto “Gemmellaro” di Catania hanno incontrato l’Associazione Amnesty Internazional per parlare di violenza di genere e della campagna IOLOCHIEDO.

Relatrici dell’incontro la professoressa Enza Venezia e la dottoressa Alessia Ballato.

La Dirigente Scolastica, professoressa Brigida Morsellino, ha introdotto l’incontro evidenziando l’attualità del tema e l’importanza della cultura del rispetto e della non violenza: “Occorre che i giovani seguano dei modelli positivi, afferma la dirigente Morsellino, perché il necessario cambiamento culturale deve partire proprio da loro”.

Si entra nel vivo dei lavori con la presentazione della Convenzione di Istanbul del 2011: la professoressa Enza Venezia illustra alla giovane platea la portata innovativa della Convenzione di Istanbul del Consiglio d’Europa perché per la prima volta si parla di violenza nei confronti delle donne come grave violazione dei diritti umani e si affronta il tema della prevenzione e della lotta contro la violenza domestica nei confronti delle donne.

Utilizzando l’efficace metafora del té “Vuoi una tazza di té?”, la dottoressa Alessia Ballato guida i giovani studenti alla comprensione del fatto che non si può costringere nessuno ad accettare un rapporto sessuale se in quel momento non lo si vuole, così come non si può obbligare un ospite a bere una tazza di tè se non ne ha voglia.

Il sesso senza consenso è stupro”.

Il rapporto sessuale deve avvenire se entrambe le parti lo vogliono e manifestano tale volontà con un consenso chiaro ed inequivocabile. Ne deriva che qualsiasi rapporto sessuale senza un consenso esplicito, consapevole ed immediato deve essere considerato stupro. Le relatrici hanno sottolineato come la mancanza di una cultura del consenso spesso e’ causa di violenza domestica, ma i numerosi stereotipi spesso impediscono alle donne vittime di violenze sessuali di ottenere giustizia.

I ragazzi sono stati coinvolti in una vivace discussione sugli stereotipi di genere e sui molti luoghi comuni ancora presenti che tendono a colpevolizzare la vittima (aveva bevuto troppo, fatto uso di droghe, indossava la minigonna, passeggiava la sera da sola) intervenendo con domande e osservazioni.

Emozionante è stata l’interpretazione di Noemi, giovane studentessa di 5 F tur che ha inscenato un monologo sul senso di solitudine e di abbandono che prova una donna vittima di violenza.

Soddisfatte le due referenti per l’Educazione Civica dell’istituto Gemmellaro, professoresse Chiara Sciuto e Santa Nicotra: “Il compito della scuola è quello di educare gli studenti, all’ascolto, alla riflessione e allo sviluppo di spirito critico ed autonomia di pensiero, il Gemmellaro, ringrazia i volontari di Amnesty per aver dato ancora una volta questa opportunità ai suoi studenti“.