Palermo-Venezia, il Barbera terreno di conquista

Palermo-Venezia, il Barbera terreno di conquista

PALERMO – È finita male ieri pomeriggio al Barbera: il Palermo è uscito sconfitto dal Venezia, squadra che, malgrado la vittoria, ha mantenuto il penultimo posto in classifica

Il tracollo dei rosanero, secondo consecutivo, fa molto male al morale e alla classifica, ma, forse di più, fa rabbia per come è arrivato.

C’è da premettere che per tutto il primo tempo dieci uomini in maglia rosanero hanno assistito da spettatori agli assalti dei lagunari con il solo undicesimo, Pigliacelli, impegnato allo stremo per respingere le minacce e autore di tre interventi miracolosi.

Per il resto niente idee e niente fantasia, lentezza esasperata nella manovra, paura di sbagliare, nessuno capace di saltare l’uomo e tanti campanelli d’allarme che avevano fatto presagire che prima o poi il Venezia sarebbe passato.

Ad inizio ripresa un episodio favorevole aveva dato una mano ai rosa: al 50° minuto un passaggio arretrato di un difensore del Venezia al portiere si impantanava in una zona del campo particolarmente inzuppata dalla pioggia che ha fatto da cornice all’intero incontro e permetteva a Brunori, fino ad allora l’ombra di se stesso, di presentarsi in perfetta solitudine davanti a Joronen, che lo bloccava colpendolo con un braccio in uscita.

Il direttore di gara decretava il rigore e qui cominciava la farsa: l’arbitro viene richiamato dagli addetti al VAR, va a vedere le immagini al monitor, immagini che sono chiarissime e confermano il fallo del portiere su Brunori, e l’arbitro… fa marcia indietro e annulla il rigore!

Il patatrac si è, però, materializzato al 65° quando un inguardabile Mateju forniva un assist involontario a Pohjanpalo che faceva secco l’incolpevole Pigliacelli e sanciva quello che sarebbe stato il risultato finale di 0 a 1 per il Venezia.

Ma prima della fine ci sarebbero stati altri due episodi a riprova della giornata nera degli uomini di Corini per colpe proprie e storta per influssi astrali.

Al 67° l’arbitro fischiava un secondo rigore per il Palermo per fallo di mano in area di Wisniewski. Questa volta il Var non è intervenuto. Brunori ha tirato il rigore, il portiere ha respinto e sempre il n. 9 in maglia rosa, con la porta spalancata, ha fallito la facilissima occasione.

E non era finita lì: all’83°, dopo che Corini, tentando il tutto per tutto, aveva sostituito dapprima al 76° Sala e Broh con, rispettivamente, Soleri e Floriano, passando al 3-4-1-2 e poi all’82° Segre con Damiani e Gomes, l’unico uomo del centrocampo rosa a manovrare con un briciolo di lucidità, con Stulac, Bettella, a conclusione di una mischia furibonda nell’area avversaria, concludeva in rete raccogliendo un assist di testa di Nedelcearu.

L’arbitro ha convalidato il gol, ma, poi richiamato ancora dal VAR, è andato a rivedere le immagini ed ha annullato la rete per fuorigioco passivo di Soleri ritenuto… attivo! La decisione è apparsa perlomeno cervellotica: Soleri non aveva partecipato all’azione e la sua posizione non interferiva sulla traiettoria del tiro di Bettella né dava fastidio al portiere.

Intanto il Palermo è precipitato di nuovo nella zona play out, ma i rimpianti non producono punti, né tantomeno le recriminazioni.

Occorre rimboccarsi le maniche, lavorare sodo cercando di liberare la mente dalle paure per fare il possibile e l’impossibile per non perdere la Serie B.